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RASSEGNA STAMPA – DICEMBRE 2003

"IL MATTINO DI PADOVA"



28 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Ma Rinfondazione richiama anche alla solidarietà
Denunciati i 40 immigrati abusivi

Cambia la posizione dei quaranta immigrati che vivono all’interno della ex Grosoli. Durante la retata effettuata dai carabinieri di Vigodarzere la mattina di venerdì scorso erano stati sottoposti esclusivamente a procedura di identificazione. Ora invece risultano tutti indagati dalla questura cittadina per invasione di terreni ed edifici. Si è presentato in caserma a sporgere denuncia, infatti, il proprietario degli ex stabilimenti di macellazione di via Marconi. Esprimendo la volontà di risolvere il problema legato alla sicurezza in cui versa l’area abbandonata da un decennio ed eletta a ricovero da parte di una quarantina di stranieri, una quindicina dei quali in possesso di regolare permesso di soggiorno, per lo più originari del Marocco e della Tunisia. I quali, dopo la retata e lo sgombero effettuati dall’Arma, sono tornati ad occupare i vari edifici. Il locale circolo di Rinfondazione comunista, dal canto suo, fa invece un richiamo alla solidarietà nei confronti degli immigrati prima cacciati e ora denunciati. «Gli irregolari probabilmente - sottolinea una nota - saranno “ospitati” nei centri-lagher in attesa di essere espulsi: rimandati nei loro paesi dove, se andrà loro bene, ritroveranno quella fame dalla quale erano fuggiti e da dove ripartiranno per riapprodare ancora qui, in Italia, sempre che non finiscano prima sul fondo del mare o giungano cadaveri. Ma ci sono anche i regolari e cioè lavoratori che fanno andare avanti le nostre fabbriche, pagano le tasse e i contributi anche per le nostre pensioni ma che non possono (o non devono) godere di alcun diritto. E che cosa fanno Stato, Regione, Comune? Niente di niente. Non un serio progetto per dare loro dignitosa accoglienza, non un serio aiuto per potersi integrare e ottenere un alloggio decorso ad un prezzo abbordabile. In compenso, si organizzano retate, si fanno ordinanze per abbattere i precarissimi rifugi cui sono costretti senza luce, senza acqua e senza riscaldamento».
Cristina Salvato

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27 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Coppia di banditi in farmacia rapinato l’incasso in via Gramsci
I malviventi, uno armato di pistola, hanno agito poco prima della chiusura

Niente Viagra, ma moneta sonante: circa duemila euro. Hanno badato al sodo i due rapinatori che alla vigilia di Natale hanno fatto irruzione nella farmacia Eredi di Zanibellato in via Gramsci 117 a Cadoneghe. I due malviventi hanno colpito verso le 18,30, poco prima della chiusura. Probabilmente avevano già perlustrato la zona per capire le possibili vie di fuga dopo il colpo e la fattibilità dell’azione. Poi, con il buio hanno deciso di entrare nella farmacia e di mettere in atto il proprio piano. Secondo una prima ricostruzione, ad agire sono stati due giovani, con il volto travisato, di cui uno solo armato di pistola. Ed è stato proprio quest’ultimo a brandire l’arma sotto il naso del farmacista. «Fuori i soldi, questa è una rapina» ha intimato, paralizzando il farmacista che senza fiatare ha consegnato l’incasso ai banditi. Impossibile per ora stabilire la nazionalità dei due malviventi. Solitamente ad agire sono «batterie» di italiani, spesso giostrai, che armi in pugno colpiscono piccoli esercizi e farmacie. Ma non mancano i malviventi stranieri. Nei mesi scorsi una coppia di banditi si era specializzata nei colpi alle farmacie e, oltre a una pistola, utilizzava un kalashnikov. L’altra sera invece ad agire sono state due persone di cui una sola armata di pistola. Le rapine alle farmacie sono diventate un vero e proprio allarme in tutto il padovano. Sempre pià spesso questo tipo di negozi vengono presi di mira dal crimine. Sempre l’altra sera due banditi armati hanno fatto irruzione in una farmacia di San Michele delle Badesse. Il colpo è avvenuto alla stessa ora di quello messo in atto a Cadoneghe. Ma in quel caso oltre ai soldi i malviventi si sono fatti consegnare anche il Viagra.
p. bar.

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27 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Parcheggio finalmente illuminato

E’ arrivata la luce nel parcheggio di via Franco, da anni nelle tenebre. Il Comune questa volta è stato di parola: aveva promesso che entro la fine dell’anno sarebbero stati collocati tre nuovi punti luce. Reperiti i fondi, quasi 5 mila euro derivati da interventi di manutenzione non eseguiti, è stato possibile intervenire in tempo. I tre nuovi lampioni sono stati piantati nella piazzetta dietro il condominio Mimosa Park. Da quasi un anno i condòmini li avevano richiesti, attraverso una petizione sostenuta dal consigliere leghista Zakaria Naijb. Da anni i residenti erano impossibilitati a parcheggiare la loro auto per evitare di trovarla al mattino priva delle ruote e a volte anche degli sportelli. Continui i ritrovamenti di profilattici e siringhe, anche di un motorino rubato. «Finalmente, con l’illuminazione della piazzetta, eviteremo questo genere di frequentazioni» commentano sollevati i residenti. (c. sal.) BILANCIO ASSESTATO. Con l’approvazione del bilancio di previsione per il 2004 è stato trattato in consiglio comunale anche il riconoscimento del debito fuori bilancio e la ratifica delle sue variazioni. Con l’astensione dell’opposizione è stata quindi approvata la spesa per il risarcimento all’educatrice dell’asilo nido, licenziata dal Comune e reintegrata al suo posto con una sentenza del giudice del lavoro due mesi fa. La dipendente è stata invitata a riprendere il servizio da gennaio: ma vista la necessità di riorganizzare il servizio all’asilo nido per il suo reinserimento, nel frattempo le è stato proposto di occuparsi all’interno dell’ufficio cultura. L’amministrazione si riserva comunque, una volta rese note le motivazioni della sentenza, di ricorrere eventualmente in appello.
Cristina Salvato

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20 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Identificati 40 immigrati che vivevano nel degrado
Sgomberati all’alba gli edifici ex Grosoli

Trenta uomini dell’Arma ieri mattina hanno fatto un’irruzione a sorpresa all’interno dell’ex Grosoli. Alle 5.30 scatta il via all’operazione. L’intero organico della stazione di Vigodarzere, con il supporto di colleghi dipendenti della compagnia di Padova e appartenenti ad altre stazioni dislocate sul territorio provinciale, sono entrati all’interno della vasta area dismessa che ospitava gli stabilimenti di macellazione. Attualmente gli edifici presenti, abbandonati circa una decina di anni fa, sono stati eletti a rifugio di cittadini stranieri privi di altra dimora. All’interno i carabinieri hanno trovato quaranta extracomunitari, in prevalenza marocchini e tunisini. Solo quattro donne, due rumene e due marocchine. Di questi, venticinque sono risultati irregolari e portati a Padova per sottoporli a identificazione e verifica della loro posizione in Italia. Gli altri sono in regolare possesso di permesso di soggiorno; alcuni addirittura hanno esibito la patente italiana. Dormivano tutti, al riparo dal gelo notturno, occupando i diversi edifici presenti. Un gruppetto si era anche barricato all’interno della cabina elettrica disattivata, con tanto di catenaccio a sprangare la porta. I militari sono ricorsi più volte alle tronchesi per poter entrare dentro queste abitazioni di fortuna. Il panorama come sempre era desolante. Le immondizie presenti a tonnellate, addirittura quintuplicate rispetto all’ispezione di due anni fa, secondo L’Arpav, intervenuta insieme ad un ingegnere dei Vigili del Fuoco e al personale dell’Ufficio Tecnico del Comune di Cadoneghe per stilare una relazione sulle condizioni in cui versa l’area. Oltre ai rifiuti urbani sono stati trovati eternit e batterie abbandonate, considerati rifiuti pericolosi. Come pericolosa è la presenza di una decina di bombole che gli stranieri usano per cucinare. Il moltiplicarsi degli episodi incendiari avvenuti recentemente fanno temere per l’incolumità dei nuovi abitanti e dei cittadini che risiedono nelle abitazioni adiacenti. Quindi un comprovato pericolo di igiene e di ordine pubblico, che probabilmente ha come unica soluzione quella, richiesta da più parti, dell’emissione da parte del sindaco Baldin di un’ordinanza di abbattimento dell’area. Ritardare una decisione potrebbe aggravare la situazione e soprattutto vanificare lo sforzo messo in atto in un’operazione così vasta come quella attuata ieri mattina, senza contare lo spreco di risorse pubbliche. Difficilmente la soluzione potrebbe essere diversa, tanto più che, un paio d’ore dopo l’incursione dei carabinieri, alcuni cittadini hanno notato gli stranieri che rientravano tranquillamente all’interno della Grosoli.
Cristina Salvato

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20 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Uno sportello unico per agevolare le pratiche

Alla presenza dei tre sindaci di Cadoneghe, Vigonza e Vigodarzere, s’inaugura questa mattina alle 10.30 il Suap, lo Sportello unico per le attività produttive, uno sportello tra i tre Comuni a disposizione delle attività produttive di beni e servizi. La struttura provvederà a chiedere pareri e nulla osta a uffici ed enti esterni coinvolti nell’iter burocratico alleggerendo così il carico delle imprese. In pratica il lavoro viene svolto da un’unica unità operativa e torna al Comune di competenza. I principali servizi riguardano pratiche per realizzazioni, ristrutturazioni, ampliamenti, cessazioni, riattivazioni, riconversioni, esecuzione di opere interne. Oggi viene avviata la parte sperimentale, ogni Comune avrà un suo sportello e un funzionario incaricato. La cerimonia a Vigonza, in piazzetta Giustina Berengaria, sopra l’ufficio anagrafe, dove il nuovo servizio avrà sede. Presenti Adriano Baldin, Antonino Stivanello e Roberto Zanovello. «Dalla collaborazione dei Comuni nasce un servizio al pubblico» dichiara Stivanello.
Giusy Andreoli

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19 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«La coalizione di centrosinistra Ponte-Margherita pensa solo al candidato sindaco, non ai programmi»

Sembra che la coalizione di centro sinistra Ponte-Margherita si sia defilata dalle trattative organizzate in questi giorni dalle forze di maggioranza per la realizzazione di un programma condiviso per le prossime elezioni comunali. Almeno questo lamenta Rifondazione Comunista, che «fortemente preoccupata da questa assenza, invita il Ponte-Margherita a partecipare senza ulteriori ritardi a questi tavoli di lavoro e di confronto programmatico-istituzionale». «Nel settembre scorso - recita una nota rilasciata dalla locale sezione del partito - Rifondazione Comunista, nonostante le divergenze con l’amministrazione uscente, ha accolto l’invito dell’Ulivo a partecipare a dei tavoli di lavoro. Questi tavoli, su ambiente e territorio e servizi, si sono avviati, ma senza la partecipazione della componente Ponte-Margherita, che sembrerebbe anteporre alla discussione del programma l’accordo preliminare sul candidato sindaco e sulla distribuzione degli assessorati. Rifondazione Comunista - continua la nota - conviene sull’importanza che riveste la figura del candidato sindaco in un Comune come Cadoneghe. Così come conviene che nessuna componente della futura maggioranza debba essere a priori esclusa dal governo del paese. Tuttavia ritiene che sia ancora più importante e comunque non subalterna la condivisione di un progetto politico-amministrativo che definisca il futuro di Cadoneghe, il suo sviluppo ambientale, sociale, culturale, i bisogni vecchi e nuovi da soddisfare. Questo progetto - si sottolinea nel comunicato - non può essere costruito soltanto nelle sedi dei partiti, bensì anche attraverso il confronto diretto con i cittadini, i comitati e le associazioni che ne sono in larga parte espressione». L’invito quindi è di trovare un accordo perché «è possibile - conclude Rifondazione Comunista - se non si perde altro tempo, realizzare una proposta che pur nel rispetto della storia e tradizione di Cadoneghe sia fortemente innovativa e capace quindi di conquistare l’apprezzamento e il più vasto consenso fra gli elettori». Si tratterà ora di vedere se l’appello verrà accolto.
Cristina Salvato

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18 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Fi di Cadoneghe rivendica il finanziamento della Regione
«La nuova caserma è firmata da noi»

«Caro Sindaco Baldin lei si compiace e si dichiara molto soddisfatto del finanziamento che verrà elargito dall’amministrazione regionale a favore della caserma dei Carabinieri. Dichiara di aver voluto quest’opera con insistenza ed in tempi brevi. Spiace però costatare che non più di un anno e mezzo fa non la pensava così». Esordisce in questo modo Stefano Venturato, coordinatore comunale di Forza Italia, in risposta alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Baldin. «Anch’io come lei sono soddisfatto di questo risultato. - continua Venturato - Doppiamente soddisfatto perché la battaglia per la caserma dei Carabinieri ha visto coinvolti nel maggio 2002 i Giovani di Forza Italia, che hanno dedicato una serata al problema della sicurezza, facendo intervenire lei assieme all’assessore Raffaele Zanon. In quella serata alla domanda che le feci circa l’opportunità di aprire una caserma anche nel nostro territorio mi rispose seccato che le avevamo teso una trappola, ribadendo come fosse già sufficiente la presenza della stazione mobile dei carabinieri di Vigodarzere e la presenza dei vigili urbani. Vigili urbani che ad oggi non hanno avuto ancora una collocazione decente e che non vengono valorizzati in modo adeguato per il loro lavoro. Privi di aggiornamento e formazione. Privi di mezzi idonei alla salvaguardia del territorio e costretti a subire l’accordo di collaborazione con Vigonza e Noventa Padovana, solo per convenienze di colore politico più che per ragionamenti effettuati sul territorio». Ma Venturato ha qualcosa da ribattere anche sulla scelta della sede in cui collocare questa nuova caserma. «La scelta poi della vecchia scuola di Bragni non pare così strategica come lei pensa, perché troppo defilata rispetto alla concentrazione della popolazione all’interno del territorio comunale. Dovrebbe servire in primo luogo come deterrente e trovare una collocazione più centrale rispetto al paese».
Cristina Salvato

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18 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

In Comune piace l’ipotesi del «pagamento a peso»
Rifiuti, Cadoneghe copia Rubano

Sarà una battaglia all’ultimo rifiuto la prossima campagna elettorale a Cadoneghe. Nel senso che chi proporrà la soluzione migliore per lo smaltimento della spazzatura avrà in pugno la vittoria. Almeno a giudicare dal clima agguerrito di politici e cittadini durante la serata organizzata dal gruppo di lavoro «Quelli che...per Cadoneghe». Scopo della riunione pubblica dello scorso lunedì era di ipotizzare una tassa di asporto dei rifiuti inferiore a quella attuale. «Ci siamo documentati - ha esordito il coordinatore della serata Luigi Sposato - e i numeri che sono emersi sono quanto meno imbarazzanti. L’attuale contratto con l’Aps scade a fine anno, ma manca un progetto alternativo dettagliato. C’è soltanto uno studio di fattibilità, che non fa che posticipare il problema». Il decreto Rochi obbliga i Comuni a coprire autonomamente la totalità delle spese per lo smaltimento dei rifiuti e dal primo gennaio prossimo la Tarsu da tassa diventerà tariffa. «La legge ci ha concesso una deroga di un anno. - risponde l’assessore al Bilancio Paolino Beccaro - Intanto per non prendere decisioni affrettate abbiamo commissionato uno studio, da cui è emerso che il sistema di raccolta migliore in rapporto ai costi e ai benefici è quello adottato a Rubano». Raccolta differenziata dei materiali riciclabili come carta, vetro e plastica e un cassonetto con un’apertura automatica e pesatura elettronica per il secco non differenziabile. Ogni famiglia è dotata di tesserino magnetico che permette l’apertura del cassonetto, il press-container, dentro cui una bilancia pesa il rifiuto. Si pagherà così in base al peso del materiale conferito e al numero di volte che si aprirà il cassonetto. Per la raccolta dell’umido, sacchetti e cassonetti tecnologicamente avanzati pemettono l’eliminazione dei cattivi odori. Chi effettuerà il compostaggio domestico pagherà ovviamente di meno. Quindi chi più differenzia, meno paga. Presente l’assessore all’Ambiente del Comune di Rubano, Paolo Grossele, a soddisfare la naturale curiosità suscitata da un simile progetto. L’investimento iniziale verrebbe ammortizzato in cinque anni, permettendo di diminuire la tassa. Se da un lato la soluzione appare quanto meno interessante, da più parti però si è sollevata la questione dell’informazione. Troppo poche le tre riunioni di presentazione organizzate dall’amministrazione e la sensazione che non ci sarà spazio al dibattito perché la scelta dell’amministrazione cadrà su questa soluzione, evitando di vagliare ipotesi diverse, forse migliorative.
Cristina Salvato

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17 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Collega reintegrata dal giudice ancora a casa e senza arretrati»

Sono passati oramai due mesi dalla sentenza emessa dal giudice del lavoro Cinzia Belletti in merito alla controversia per il licenziamento senza giusta causa nei confronti di Liana Callegari, educatrice del Comune all’ l’asilo nido. La sentenza, emessa dopo tre anni dall’avvenuto licenziamento, ordinava all’amministrazione di reintegrare la ricorrente nel posto di lavoro e la condannava a pagare la retribuzione e i contributi dal giorno del licenziamento. «Dopo due mesi dalla sentenza - dichiarano i rappresentanti sindacali del Comune, - dopo che la dipendente Callegari si è resa disponibile a prendere servizio comunicandolo all’amministrazione attraverso il proprio legale, non è stata dimostrata da parte dell’amministrazione nessuna volontà di voler ottemperare alla sentenza, la cui chiarezza è univoca». Le Rsu del Comune sono piuttosto battagliere e intendono effettuare tutti i passi necessari affinché la Callegari venga al più posto reintegrata sul posto di lavoro, «in quanto questa è la sua espressa volontà, esposta di fronte a un giudice, anche al costo della rinuncia al risarcimento dei danni biologici e morali». E continuano lamentando che «già da alcuni anni denunciamo forti tensioni tra amministrazione e personale e non possiamo ulteriormente tacere il nostro disappunto e la contrarietà per tale atteggiamento». Ma una volta reintegrata la dipendente, a chi spetterà di pagare tre anni di mensilità complete di contributi? «Sarà qualcuno all’interno del Palazzo che ha commesso qualche errore di valutazione o di procedura - continuano le Rsu - oppure, come di solito accade, i cittadini che pagano le tasse a questa amministrazione? Forse non si sa che la cifra in questione si aggira intorno ai 100 mila euro, che possono raddoppiare se l’amministrazione intende ricorrere in secondo grado di giudizio». Due quindi le questioni per i rappresentanti sindacali: che la collega venga reintegrata nel posto di lavoro con il pagamento delle mensilità dovute e che paghi chi di dovere.
Cristina Salvato

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13 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

E’ in arrivo la caserma dei carabinieri
Progetto preliminare in approvazione per l’ex scuola di Bragni

Sulla base del protocollo d’intesa in materia di sicurezza urbana e territoriale siglato con il Ministero dell’Interno, su proposta dell’assessore alle Politiche della Sicurezza, Raffaele Zanon, la Giunta regionale ha deliberato, fra gli altri, un contributo per finanziare una caserma dei carabinieri a Cadoneghe, in aggiunta ad un commissariato nel quartiere Arcella di Padova. «Per affrontare come si deve il problema della criminalità - ha affermato Zanon - è indispensabile potenziare gli organici delle forze dell’ordine e gli strumenti e le sedi per mezzo dei quali contrastare efficacemente la presa della criminalità». «Sono molto molto felice della notizia». E’ un sindaco soddisfatto Adriano Baldin, primo cittadino di Cadoneghe. Con la notizia del finanziamento per la nuova caserma approvato dalla Giunta Regionale ha visto risolversi positivamente uno dei suoi crucci maggiori. «Ho spinto molto per ottenere una nuova caserma - continua Baldin - soprattutto in tempi brevi, poiché ritengo che rinviando la questione il problema sarebbe diventato più difficile da risolvere». Certamente questo è solo una delle prime tappe e l’iter burocratico avrà ancora numerosi passi da svolgere «però sono contento perché questa amministrazione ha raggiunto tre obiettivi che si era prefissata. In primo luogo l’inserimento di Cadoneghe, da parte del Ministero degli Interni, tra i Comuni italiani in cui insediare nuove caserme. Poi il finanziamento regionale ed infine la realizzazione del progetto preliminare. Proprio giovedì lo abbiamo sottoposto all’attenzione del Comando Provinciale dei Carabinieri per ottenere un parere in merito». A questo punto alla giunta guidata da Baldin non resta che un ulteriore passo in avanti. «L’intenzione è di approvare in giunta il progetto preliminare prima dell’approvazione del bilancio a fine anno. Solo così potremmo inserire i lavori della caserma all’interno delle opere pubbliche per il 2004». La sede della nuova caserma, come è noto, è stata individuata nella vecchia scuola di Bragni, che attualmente ospita la sede di alcune associazioni, tra cui i volontari della Protezione Civile. «La scelta è ricaduta su questo edificio - conclude Baldin - perché strategico dal punto di vista logistico. Si trova accanto ad importanti arterie viarie esistenti e in fase di realizzazione e al centro dei quartieri più densamente abitati di Cadoneghe».
Cristina Salvato

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13 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Sarà un Prg rispettoso dell’ambiente»

I temi di natura edilizia urbanistica ed ambientale recentemente hanno visto un particolare interesse da parte della popolazione, sia attraverso assemblee, sia con specifiche petizioni presentate all’amministrazione. «Al fine di approfondire concretamente queste questioni - comunica il gruppo Ds - si è appositamente riunita la commissione urbanistica della nostra sezione, che insieme all’assessore Mauro Sarti ha individuato proposte ed orientamenti». Appurata la necessità di consolidare i servizi presenti nel Comune, sono state individuate alcune questioni specifiche. «Innanzi tutto favorire, nel rispetto delle distanze previste dal Codice Civile e a garanzia di terzi, quei ragionevoli ampliamenti tesi a consentire di sfruttare al meglio le attuali abitazioni che a volte sono troppo grandi per i genitori rimasti soli e troppo piccole per ospitare anche i figli che danno vita ad un altro nucleo familiare. In secondo luogo chiarire, anche tramite un’apposita deliberazione, che per il Comune le strutture cosiddette precarie quali pergolati, gazebo e casette in legno, lungi dal deturpare l’ambiente, costituiscono arredi decorosi per gli spazi verdi privati. Aumentare inoltre, visto l’incremento delle automobili per ogni famiglia, la dotazione degli spazi auto privati nei futuri insediamenti. Aumenti che dovranno essere pensati e realizzati senza sacrificare il verde privato, senza pavimentare eccessivamente il terreno per evitare di causare allagamenti ed evitando che aggravino i prezzi degli alloggi». Chiarita la loro posizione, il gruppo Ds sottolinea infine l’esigenza di continuare con la corretta applicazione del Piano Regolatore «commisurando sempre la realizzazione dello stesso - concludono - che niente ha a che fare con la cosiddetta cementificazione, con la costante dotazione di verde piantumato e con tutte quelle misure oggi rese possibili dalla moderna tecnologia, come la bioarchitettura e l’introduzione di impianti basati sullo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili».
Cristina Salvato

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13 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Caro-rifiuti soluzione cercasi

Dopo il grande successo di pubblico alla riunione sul regolamento edilizio, il gruppo di lavoro «Quelli che per Cadoneghe» organizza un altro incontro. Lunedì prossimo, in sala consiliare, alle 20.45, si parlerà della tassa dei rifiuti. Molti cittadini si sono rivolti al gruppo lamentando l’iniquità e l’onerosità del tributo. Si cercherà di capire se è possibile ridurre, con l’attuale normativa, il costo dello smaltimento della spazzatura, valutando la possibilità di effettuare la raccolta differenziata e confrontando la realtà di Cadoneghe con quella dei Comuni limitrofi.
Cristina Salvato

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11 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Si cercano contributi per il restauro dell’organo della chiesa di S. Andrea

In occasione della Festa di Sant’Andrea è stata allestita nel patronato di Cadoneghe anche una bella mostra sul restauro dell’organo della chiesa parrocchiale. Curatore della mostra Adriano Cesaro, con il contributo tecnico del giovane organista Daniele Tobio. L’organo è assente dalla chiesa da quasi due anni, portato da un restauratore veronese perché ormai le sue condizioni erano critiche. L’età e i precedenti interventi maldestri ne avevano minato la qualità della musica e la struttura. Fiducioso il parroco don Angelo Lessio di vederlo ritornare nella sua sede per la messa di Pasqua, se non prima. Il restauro è completato e si deve soltanto assemblarlo e ricollocarlo all’interno dell’orchestra o cantoria risalente al 1882. Lo strumento è uno dei pochissimi esemplari di organo meccanico rimasti nel padovano. Candido Scanferla, muratore di Cadoneghe presso la famiglia Zanandrea di Padova, convinse i facoltosi signori a versare la prima somma per la costruzione dell’organo. I lavori poi furono materialmente eseguiti dai due falegnami Angelo Borella e Costanzo Gobbin, il quale diventò poi presidente della Società dei Cantori che diede origine a quella che oggi è chiamata in suo onore Corale Costanza Paperini. I soldi necessari vennero raccolti dai cantori stessi e la costruzione dell’organo fu realizzata da Domenico Malvestio nel 1900. Ma c’è una nota dolente in tutta questa bella storia. Il restauro del preziosissimo organo è costato 40mila euro, centesimo più o centesimo meno. Grazie al contributo del Comune, della Cei, dei privati sostenitori si è arrivati a coprire soltanto i due terzi della spesa. Pertanto, chi fosse intenzionato ad elargire una donazione per l’organo, può rivolgersi al parroco o effettuare un versamento sul conto corrente della parrocchia di sant’Andrea presso l’agenzia dell’Altapadovana di Cadoneghe.
Cristina Salvato

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11 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Travolto dal soccorso stradale
Il ciclista di 63 anni è stato colpito alla testa dallo specchietto dell’autogrù

Tragedia ieri all’alba in via Roma a Cadoneghe, prosecuzione di via Bassa I. Strada tristemente famosa per i frequenti incidenti mortali. Natalino Galeazzo, 63 anni, autista dell’Acap in pensione, è morto all’istante dopo essere stato investito da un carro attrezzi. L’uomo, in sella alla sua bicicletta, alle 7.15 pedalava sulla provinciale in direzione Cadoneghe, sul manubrio pare avesse una sportina con due bottiglie, volate nel fosso. Il mezzo gli è giunto alle spalle e l’ha urtato. «L’ho visto scartare, ho provato a schivarlo» ha detto alla Polstrada l’autista del carro attrezzi Boris Ferrazzo, 28 anni, di Campo San Martino, dipendente della Falcaro soccorso stradale. «Ma ho dovuto inchiodare per evitare un frontale con una Renault Clio che giungeva in senso opposto e l’ho preso alla testa con lo specchio retrovisore». L’anziano è caduto in terra senza vita, probabilmente deve aver battuto anche sul guard-rail. Inutile l’arrivo dell’ambulanza, il medico ha solo potuto constatare il decesso. La salma del pensionato è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale di Camposampiero. Illeso Ferrazzo, tanta paura invece per la donna al volante dell’utilitaria, incinta di qualche mese. Sarà la perizia, sulla base dei rilievi della Postrada di Padova, a dover chiarire l’esatta dinamica del sinistro. Intanto il mezzo è stato messo sotto sequestro. Sul posto i vigili di Cadoneghe, che hanno dovuto gestire la colonna di veicoli formatasi in ambedue i sensi di marcia nella trafficata direttrice che collega Reschigliano a Cadoneghe. Un rettilineo molto pericoloso, stretto e delimitato da due fossati. Ad aggravare la situazione, ieri mattina, il manto stradale reso viscido dalla pioggia. Alla Polizia è toccato anche il triste compito di avvisare la famiglia, che risiede in via Santa Lucia 1 a Reschigliano. La moglie di Galeazzo, Maria Ferro, nell’apprendere la notizia è stata colta da malore. Il figlio Eros, all’estero per lavoro, è rientrato nel pomeriggio con un volo. Natalino Galeazzo era stimato e benvoluto poiché, andato in pensione, si dava da fare per la comunità aiutando un pò tutti. «Mio marito era un uomo buono e gentile. Era partito presto per andare a dare una mano agli operai nella casa nuova che nostro figlio ha acquistato» dice la moglie. «E’ una vergogna che una strada così sia priva di pista ciclabile».
Giusy Andreoli

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6 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Una falsa Chiarastella che raggranella soldini

A Natale si dovrebbe diventare tutti più buoni. Ma c’è chi invece approfitta del buon cuore delle persone e dei loro portafogli. In questi giorni a Cadoneghe, infatti, si presenta alle porte di alcune abitazioni, soprattutto a Mejaniga, un gruppetto sparuto di ragazzi per cantare la Chiarastella. Fin qui niente di male, se non fosse che dichiarano di essere inviati dalla parrocchia e di raccogliere offerte da destinare ad opere di carità. In realtà questi giovani non hanno nulla a che vedere con la Chiarastella effettivamente organizzata dalla parrocchia. Fino a Natale percorreranno le vie del paese i membri delle tre corali Costanza Paperini, Corale Giovani e Piccolo Coro. I gruppi che si presentano quindi a bussare alle porte sono ben riconoscibili dal fatto di essere piuttosto numerosi, composti da circa venti persone, vestiti come pastori e contadine del secolo scorso, e si spostano a piedi. I loro canti tradizionali sono accompagnati da strumenti musicali e spesso si unisce a loro anche don Davide, il cappellano di Mejaniga. A chi apre loro la porta donano canzoni e calendari della parrocchia. Uno spettacolo ben diverso da quello invece offerto dai tre ragazzini, con i motorini parcheggiati poco distante, e le cui doti canore forse lasciano un pò a desiderare. Certamente la parrocchia non avanza diritti di monopolio sull’iniziativa della Chiarastella. Chiunque è libero di presentarsi nelle case a cantare e raccogliere offerte. Proporsi però a nome della parrocchia non è corretto ed è anche illegale. Chiunque avesse subito questa vera e propria truffa può rivolgersi ai carabinieri di Vigodarzere per sporgere querela.

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2 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Rifatte le «zebre», ma in economia, senza fondo rosso

C’è chi a Cadoneghe si stupisce sulle modalità adottate nel recente rifacimento della segnaletica stradale. Il consigliere leghista Valda Pavin fa notare come i passaggi pedonali non siano stati realizzati con il fondo rosso, provvedimento che invece i Comuni limitrofi hanno adottato. «Uno spreco di denaro qualora si decida di rifarla a norma di legge». Come risposta il sindaco fa notare che gli attraversamenti pedonali a strisce bianche su fondo rosso non sono conformi al codice stradale. «Il codice della strada prevede gli attraversamenti pedonali a strisce bianche - precisa Francesco Ceresi, comandante della polizia municipale - sul normale fondo bituminoso e quindi nero. Nulla però vieta di dipingere il fondo di rosso, se viene ritenuto un accorgimento ulteriore per la sicurezza dei pedoni. Spesso il buon senso precede il legislatore in materia di norme sulla sicurezza, che poi vengono adottate. Attualmente la segnaletica rossa e bianca è in via sperimentale. Non è prevista, ma non è nemmeno vietata». La differenza sostanziale sta nel costo, circa tre volte superiore alla realizzazione della normale zebratura. Spesso, infatti, viene utilizzato, al posto della vernice che tende a sbiadire, il termosaldato, materiale colato sull’asfalto a maggiore tenuta. «Una decina di giorni fa abbiamo richiesto all’ufficio tecnico la realizzazione di un attraversamento simile. - continua il comandante - Abbiamo rilevato, infatti, un attraversamento piuttosto pericoloso e ci sembra opportuno renderlo maggiormente visibile». In via Conche, all’altezza dei campi da tennis, escono i bambini dalla scuola in un punto in cui il rettilineo invita gli automobilisti ad accelerare. «La soluzione migliore per la sicurezza dei pedoni restano comunque gli attraversamenti rialzati. Sono sicuramente più costosi, ma più duraturi ed efficaci». Un provvedimento che andrebbe preso comunque solo nelle vie di quartiere e non sulle provinciali né sulle altre arterie a grande scorrimento.
Cristina Salvato

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2 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

La maggioranza degli edifici verrà abbattuta per far posto al verde
Approvato il piano per l’area ex Breda

«Troppe lungaggini per preparare questo piano, dovute alla conflittualità in seno a voi della maggioranza. Quindi assumetevi le vostre responsabilità e approvatelo da soli» tuonano i consiglieri di opposizione a Cadoneghe, che escono dalla sala lasciando la sola maggioranza ad approvare il piano particolareggiato delle Officine e Fonderie Breda. Passa così, con il solo voto contrario del leghista Zandarin, unico consigliere di minoranza rimasto nella sala, il piano che rivoluzionerà l’aspetto della Breda e di tutto il quartiere circostante. Con un sospiro di sollievo anche di proprietari e lottizzanti, che da anni attendono il via ai lavori, e che recentemente hanno espresso il loro dissenso inviando una lettera ai consiglieri. «Se i tempi sono stati così lunghi - commenta da più parti la maggioranza - lo si deve alle tante valutazioni fatte per portare all’approvazione un progetto di tale portata». Cambierà, infatti, la vasta area, che un tempo ospitò le officine Breda, lasciate ora al degrado e all’occupazione clandestina. «Un piano che per la prima volta a Cadoneghe toglie anziché costruire» commenta l’assessore Sarti. Verranno, infatti, demolite gran parte delle strutture che ospitavano le officine e le fonderie. Recuperata soltanto la «cattedrale», un ampio capannone destinato ad ospitare in futuro gli spettacoli all’aperto. Il piano toglie cemento e restituisce spazi pubblici: i due edifici di quattro e cinque piani ad uso abitativo copriranno una superficie di 9mila mq, mentre 12mila mq saranno adibiti a parco pubblico. Un parco importante, perché creerà un nuovo accesso al fiume Brenta. 180 posti auto potranno essere utilizzati dai residenti, in occasione del mercato settimanale e come parcheggio scambiatore per chi vuol prendere l’autobus a Pontevigodarzere. «Ma chi accederà al parcheggio andrà ad intasare via Bordin o la Castagnara» polemizza il consigliere Antonella Parpaiola. Intanto lo standard a parcheggi aumenterà da 1,1 a 1,6 posti auto per abitazione, variazione che sarà inserita anche all’interno del regolamento edilizio che si sta approntando. Con 169mila euro, proventi del piano, andrà a sistemarsi definitivamente il rondò della Castagnara, che però la leghista Pavin invita a rivalutare nella sua attuale regolazione. Durante la seduta di consiglio altre importanti decisioni sono state prese. Tutte destinate a cambiare il volto del paese e proposte dal programma elettorale. Approvata la variante al planivolumetrico nella zona significativa S.Giacomo/Bragni, per il posizionamento di una grossa condotta che attraverserà la provinciale verso Reschigliano e risolverà così gli allagamenti in via Giotto. E l’approvazione del piano particolareggiato della zona Castagnara/Mejaniga, che ha visto anche in questo caso alcuni consiglieri di opposizione uscire dalla sala e i proprietari sospirare invece di sollievo. 6500 metri cubi di cemento, distribuiti in due nuove palazzine, in cambio di un nuovo parco pubblico e di un grande rondò che renderà sicuro l’incrocio tra via Gramsci e via Franco.

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2 dicembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Nomadi in sosta
Proteste

Tornano a protestare i residenti di via Codotto e Maronese e di viale della Costituzione a Cadoneghe. Da anni convivono con il problema dei nomadi che soggiornano periodicamente nel parcheggio dello stadio, sotto le loro abitazioni. «Questa volta sono arrivati due camper e tre roulotte. - si lamentano alcuni residenti - In tutto quindici persone che lasciano i loro bisogni sulle aiuole, e nessuno che viene a disinfestare». Questo sostanzialmente è il problema maggiormente sofferto. Non è messa in discussione la convivenza tra le due etnie così diverse nelle abitudini. Soltanto che, quando i nomadi se ne vanno, lasciano il parcheggio ridotto ad un letamaio. Escrementi nelle aiuole erbose e immondizie sparse ovunque. Quello che richiedono gli abitanti della via è il posizionamento di un cartello di divieto di campeggio, come quello posto di fronte alla scuola elementare Falcone e Borsellino. «I nomadi dicono di non saper leggere - continuano i residenti - però lì dove c’è il divieto non vanno a sostare». La frequentazione dei nomadi in paese è una costante nel tempo, ma negli anni scorsi aveva anche destato qualche clamore. In Comune erano fioccate lettere e delegazioni a protestare contro lo stazionamento dei nomadi nei parcheggi pubblici. Come soluzione erano stati sbarrati tutti i posteggi per evitare che vi entrassero le roulotte. Ma quello dello stadio non può essere interdetto mediante il posizionamento di una sbarra, per cui i nomadi sono liberi di entrarvi. «Chiediamo allora che l’amministrazione individui un’area attrezzata con l’allacciamento dell’acqua, lontana dalle abitazioni, in cui i nomadi possano periodicamente soggiornare. Ormai siamo esasperati».
Cristina Salvato

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