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RASSEGNA STAMPA –SETTEMBRE 2003

"IL MATTINO DI PADOVA"



27 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Amici, compagni di classe e di sport hanno affollato i funerali della quindicenne investita e uccisa da un’auto
«Grazie Silvia», il saluto scritto sui motorini

Una vastissima folla di persone ha salutato Silvia Burlinetto ieri pomeriggio nella chiesa di San Bonaventura. In molti hanno assistito al funerale accalcati sui gradini del sagrato. La maggior parte dei presenti erano giovani, coetanei della quindicenne che martedì scorso ha perso la vita, investita da un’auto appena scesa dall’autobus che la riportava a casa. Ma tante erano anche le persone che, pur non conoscendo la ragazza e la sua famiglia, hanno partecipato al funerale perché profondamente colpite da un evento così drammatico ed inatteso. Ieri non è stato il giorno delle polemiche, ma quello delle lacrime. E’ sempre difficile dare l’addio ad una ragazza di appena quindici anni, l’età in cui ci si affaccia alla vita e la morte sembra un evento così lontano. Durante l’omelia il parroco don Paolo Scalco ha ricordato come Silvia fosse una ragazza piena di sogni e che l’imperscrutabilità dei disegni del destino li abbiano non tanto spezzati, quanto resi eterni, perché non conosceranno l’amarezza di un’eventuale delusione. Il momento più commovente della cerimonia si è toccato quando sono saliti sull’altare tutti i numerosi amici della ragazza. Ognuno di loro portava una rosa bianca, come bianche erano quelle che ricoprivano la bara candida. Il saluto in rima degli amici alla «stella più importante del cielo», il ricordo commosso delle compagne di liceo che hanno rievocato la sua allegria e la sua generosità nell’aiutarle a scuola, lei così brava e portata per le materie umanistiche. Ed infine le compagne della squadra di pallavolo. Sicuramente la vicenda di Silvia ha suscitato forti sensazioni nella comunità di Cadoneghe. Le lacrime di moltissimi presenti hanno accompagnato lo strazio della madre, a testimonianza della partecipazione emotiva dell’intera comunità. Fuori della chiesa, sui motorini parcheggiati, lo stesso messaggio scritto a volte a mano, altre col computer: «Grazie Silvia».
Cristina Salvato

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26 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

La morte di Silvia riaccende la polemica: la Provincia faccia la sua parte
Cadoneghe: basta fermate dei bus a rischio

Quasi una morte annunciata quella di Silvia, stando alle dichiarazioni di molti cittadini di Cadoneghe che indicano non solo il luogo della tragedia come fermata a rischio. Un’altra viene, ad esempio, segnalata sulla vecchia statale del Santo, dove i passeggeri vengono fatti scendere ai bordi della trafficatissima strada: servirebbero marciapiedi, piazzole, dissuasori di velocità in molti punti del comune. «Abbiamo già un ampio progetto di interventi stradali in cantiere», assicura il sindaco Baldin; il quale invita anche la Provincia a fare la propria parte per le strade di sua pertinenza che attraversano Cadoneghe.

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26 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Arrestato un polacco che continuava a disturbare le suore

Disturbava le suore dell’Istituto Sacro Cuore di via Marconi con la sua continua insistenza. Voleva qualcosa da mangiare e nonostante le suore lo avessero accontentato si è messo ad urlare, in preda ai fumi dell’alcool. Spaventatesi, le religiose hanno chiamato i carabinieri. Ne è risultato che Crjstofer Zagorski, quarantottenne sedicente polacco, aveva a suo carico un provvedimento d’espulsione da parte della questura di Bergamo. Arrestato dai militari sarà processato oggi per direttissima e allontanato dal territorio nazionale. Sempre a Cadoneghe, nella giornata di ieri, i carabinieri hanno effettuato un secondo arresto. Filippo Saccardo, operaio incensurato residente in via Firenze, è stato trovato in possesso di un etto di hashish, una fiala con del popper e varia attrezzatura per tagliare e confezionare la droga. Per lui sono scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio.
Cristina Salvato

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26 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Il luogo dove è accaduta la tragedia di Silvia non è l’unica fermata a rischio per i pedoni
Cadoneghe chiede piazzole e marciapiedi

A tre giorni dall’incidente in cui ha perso la vita Silvia Burlinetto si fa un bilancio sulla pericolosità della fermata dell’autobus a cui scendeva abitualmente la quindicenne. In quel punto di via Bragni, di fronte a via Nobel dove risiedeva Silvia insieme alla sua famiglia, l’autobus dell’Aps della linea numero 4, di ritorno da Padova, è costretto a far scendere i passeggeri lungo il ciglio di un fosso. Accanto alla strada, infatti, mancano completamente non solo le piazzole di sosta, ma anche il marciapiede. La strada è stretta e costringe i passeggeri a camminare in mezzo alla carreggiata. A segnalare la pericolosità della fermata e della strada in se stessa è un’abitante del quartiere. La signora ha una figlia coetanea di Silvia, che come lei frequenta le scuole superiori in città e scende quotidianamente alla stessa fermata. «Martedì è rincasata con l’autobus successivo a quello che trasportava Silvia - racconta la signora - e ha trovato gli amici in lacrime. Ancora non si sapeva che la ragazza sarebbe spirata qualche ora oradopo. Anche mia figlia scende alla stessa fermata e come tutti cammina accanto al fosso, perché non ci sono marciapiedi o piazzole di sosta a proteggere i pedoni e il passaggio pedonale dista venti metri dalla fermata. La strada è un rettilineo e invoglia a correre, anche se il limite è di cinquanta chilometri orari. Pur non essendo una strada particolarmente trafficata, le auto corrono velocemente perché manca qualsiasi forma di dissuasione e rallentamento». Ma la donna punta l’attenzione anche su altre fermate pericolose. «La nostra non è l’unica fermata collocata in una zona rischiosa. Assai peggiore è la situazione di quella della Sita lungo la Statale del Santo, di fronte alla pizzeria Antico Guerriero. I passeggeri quando scendono in direzione Padova vengono scaricati sull’argine, senza piazzole o marciapiedi a proteggerli. C’è solo il palo ad identificare che si tratta di una fermata di pullman. Non vorrei che si ripetesse la stessa tragedia, anche perché lungo la Statale la gente pesta parecchio sul pedale dell’acceleratore». Lo stesso padre di Silvia interviene sull’argomento. «Focalizzi meglio la pericolosità di una strada quando la tragedia si abbatte addosso a te. - commenta Mauro Burlinetto - Non punto un dito accusatore contro nessuno, ma la strada è un rettilineo in cui manca ogni misura precauzionale per rallentare la velocità dei veicoli. Forse l’amministrazione attendeva la definitiva urbanizzazione del quartiere prima di prendere provvedimenti. La morte di Silvia è arrivata prima. Alla luce di quanto è successo Aps e Comune dovrebbero accordarsi per spostare la fermata in un luogo più sicuro e i vigili dovrebbero appostarsi più spesso per convincere gli automobilisti al rispetto dei limiti di velocità. A parte gli interventi delle istituzioni, sta comunque alla sensibilità delle persone rallentare quando si incrocia un autobus fermo per far scendere i passeggeri».

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26 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Ma, secondo il sindaco Baldin, anche la Provincia deve fare la sua parte
«Già previsti molti interventi stradali»

«Da tempo stiamo affrontando il problema della sicurezza stradale. - afferma il sindaco di Cadoneghe, Adriano Baldin - Nell’ultimo bilancio l’amministrazione ha approvato un pacchetto di misure destinate a moderare la velocità e il traffico. In questi giorni stiamo trattando con la Provincia perché alcuni interventi riguardano strade di loro pertinenza che attraversano il nostro territorio. Dopodiché inizieremo a realizzarli». Rotatorie per rallentare e fluidificare il traffico al posto dei semafori e negli incroci più pericolosi, dissuasori con banchine che sollevano la carreggiata per creare un ostacolo e passaggi pedonali rialzati, i cosiddetti dossi lunghi. E ci sono anche le strettoie e le gimcane lungo le strade rettilinee, per proteggere i pedoni e costringere i veicoli a rallentare. Interventi per quattrocento milioni che garantiscano la sicurezza della parte più debole degli utenti della strada, pedoni e ciclisti. «Non potendo continuare ad aspettare oltre la Provincia, - continua Baldin - abbiamo pensato di scorporare dal progetto gli interventi su strade di competenza comunale per avviare quanto prima i lavori. Una volta eseguito il progetto definitivo e affidato l’appalto verso la fine dell’anno, dall’inizio del prossimo potremmo iniziare i primi interventi. Nel pacchetto già finanziato non erano previste azioni in quel tratto di via Bragni, ma alla luce di quanto è successo il progettista è d’accordo nel realizzare, come soluzione possibile, una strettoia a gimcana. L’amministrazione era già a conoscenza della pericolosità della strada e, infatti, aveva realizzato una rotatoria al suo ingresso. Per spezzare il rettilineo e limitare la velocità. Inoltre abbiamo predisposto in modo ben visibile la segnaletica stradale che impone il limite di cinquanta chilometri orari. Se questo non viene rispettato non possiamo addossarcene la responsabilità». E’ proprio il primo cittadino a ricordare come sia buona norma per chi scende dall’autobus attraversare la strada davanti al mezzo per essere più visibili, aspettando che il bus riparta. «Per risolvere il problema della fermata dell’autobus - continua Baldin - sto scrivendo all’Aps per verificare la possibilità di spostare la stessa più avanti».
Cristina Salvato

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26 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

L’addio nella chiesa di San Bonaventura

E’ confermato per oggi, alle 16, nella chiesa parrocchiale di San Bonaventura, il funerale di Silvia Burlinetto, la quindicenne investita mentre attraversava la strada dopo essere scesa dall’autobus in via Bragni a Cadoneghe. Una tragedia che ha straziato una famiglia come tante, unità e affettuosa. La madre Maria Turiaco è titolare della cartoleria al centro commerciale La Corte. Papà Mauro invece lavora come perito disegnatore alla ZF di Saccolongo. Silvia era la primogenita di tre figli. Oltre a lei i fratellini Giacomo di 8 anni e la piccola Elena di 2. Bella, solare, brava a scuola. Aveva tutte le carte in regola per godersi la vita e avere successo. Invece una disattenzione o un’imprudenza l’hanno portata via per sempre, e troppo presto. Silvia Burlinetto, 15 anni da compiere il prossimo 5 novembre, frequentava la quinta ginnasio al liceo classico Tito Livio. Ha lasciato gli insegnanti e i compagni nella sezione H nel dolore e nello sgomento. Simpatica e brava a scuola, era una studentessa modello, con una vera e propria predisposizione per le materie letterarie e una passione per lo sport. Silvia lascia tanti amici, che sicuramente saranno presenti per l’estremo saluto.
Cristina Salvato

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25 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

L’ultima vacanza in Sardegna, felice per aver visto Totti
«Era la nostra principessa»

Lacrime e dolore in casa Burlinetto. La morte di Silvia, figlia primogenita di Mauro e Maria Turiaco, è come un terremoto che colpisce all’improvviso. «Eravamo una famiglia unita e felice» singhiozza la madre di Silvia, nipote di Letterio Turiaco, ex assessore comunale e presidente dell’Anci. «Lei aveva sempre una parola buona per tutti. La chiamavamo la principessa per il suo fare regale. Una ragazza perfetta, bella e sempre in ordine, moderna ma semplice, brava a scuola e a volley». L’anno scorso giocava con il Campodarsego, quest’anno con il Cadoneghe. Mentre Silvia giaceva a terra immobile, ridotta in fin di vita da una vettura che l’ha centrata mentre attraversava la strada dopo essere scesa dal bus, la madre stava tornando a casa con i due figli minori e il fratello. «Abbiamo incrociato l’ambulanza che correva verso Padova - racconta Massimo Turiaco - Ma chi poteva pensare che dentro c’era Silvia? Da parte sua può esserci stata distrazione, ma è indubbio che quello correva forte» continua riferendosi a Marco D’Amico, l’investitore 29enne. «Silvia, infatti, è morta a causa di un forte trauma cranico e aveva ematomi su tutto il corpo tanto che è stata sottoposta ad un intervento chirurgico al fegato». Era l’orgoglio della famiglia, la madre per lei stravedeva. «L’ho avuta a 25 anni, eravamo come sorelle. “Voglio essere qualcuno” mi diceva. Per questo non ne voleva sapere di prendere in mano le redini della cartoleria che abbiamo nel centro commerciale di Mortise. Voleva andare all’Università». La morte di Silvia è stata tenuta nascosta a Giacomo, 8 anni, ed Elena, 2. Un segreto di breve durata. «A Giacomo abbiamo dovuto dirglielo, s’è subito accorto della mancanza della sorella. Erano come cane e gatto, ma non riuscivano a stare lontani per tanto tempo. Lei l’aiutava nei compiti, paziente com’era». La piccola Elena è l’unica cui viene risparmiato questo atroce dolore. Un dolore che papà Mauro vive con compostezza e grande dignità, aprendo la porta di casa a tutti. Ieri pomeriggio c’è stata la classe intera del Tito Livio con i professori a ricordare i momenti più belli davanti a decine di fotografie, a dire una preghiera nella cameretta di Silvia. «Ce l’avete regalata un anno, adesso bisogna cercare di ricostruire» ha detto la prof di lettere, la materia preferita da Silvia. Non una parola di recriminazione si è levata in casa Burlinetto nei confronti dell’investitore. La tragedia colpisce anche un’altra famiglia: la madre di D’Amico ha pianto disperata. Ma sono gli amici d’infanzia a pronunciare le parole più dure. Ieri mattina molti hanno sostato in silenzio dov’è stata investita Silvia. Federico: «Le ero dietro e l’ho vista volare per aria, colpita in pieno. Non ci voleva tanto a capire che dietro un bus che riparte, c’è qualcuno che è sceso. Ma quello correva davvero: non deve passarla liscia. Noi non dimentichiamo». Stefano ce l’ha con la scarsa vigilanza: «Sarebbe ora che i vigili si mettano a segare e che piazzino i dossi». «Bisogna che muoia qualcuno per costruire una piazzola di sosta o spostare le strisce vicino alla fermata? Qui rischiamo ogni giorno la vita» aggiunge Nicola. Per Jessica, «Silvia era l’unica che non meritava di morire, era troppo buona e ascoltava tutti». Eva l’altra sera doveva andare con lei alla sagra: «Hanno fermato la musica per 5 minuti per ricordarla». Chi non si dà pace è l’amica del cuore, Deborah Zorzi. Con lei e la sua famiglia Silvia ha fatto le vacanze in Sardegna. «A Porto Cervo abbiamo visto Francesco Totti e Silvia aveva toccato il cielo con un dito. Era il suo idolo».
Giusy Andreoli

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24 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

L’investitore: «Mi ha tagliato la strada». Ed è lite con il nonno della ragazza
Travolta e uccisa a quindici anni

Stava attraversando la strada passando dietro il bus dal quale era appena scesa per rincasare dopo la scuola. Ed è stata centrata in pieno da un’auto che transitava in senso inverso. Ieri, a Cadoneghe in via Bragni, è morta così Silvia Burlinetto, 15 anni, studentessa al liceo classico Tito Livio di Padova, dove frequentava il secondo anno. Inutile il ricovero nella rianimazione del policlinico padovano. E inutile anche il delicatissimo intervento al fegato cui era stata subito sottoposta. Il violento impatto - la ragazza ha sfondato il cristallo della vettura con la testa - aveva provocato un grave trauma cranico e varie lesioni che non le hanno lasciato scampo. In serata la morte. Una «pugnalata» per i genitori di Silvia: il papà, perito in un’azienda, e la mamma, titolare di una cartoleria nel centro commerciale di Mortise, appena ricevuta la notizia dell’incidente si erano precipitati in ospedale. Sconvolto l’investitore, Marco D’Amico, 29 anni, di Cadoneghe: «E’ sbucata da dietro l’autobus e ha attraversato la strada senza guardare» ha dichiarato alla polizia municipale che ha eseguito tutti i rilievi. In via Bragni è accorso il nonno della ragazza e fra i due è scoppiata una lite sull’attribuzione della responsabilità. Erano le 13.10 e la studentessa, di ritorno da scuola, era scesa dal bus 4 alla fermata che si trova di fronte a via Nobel, la strada dove abita. Con lei c’erano altri giovani del quartiere Bragni. I ragazzi si sono portati dietro il bus ma, senza attendere che il mezzo pubblico si allontanasse per avere la visuale libera, hanno attraversato la strada su un tratto non segnato dalle strisce pedonali che sono solo 20 metri più avanti. Un comportamento, fatto tante altre volte, forse eseguito meccanicamente. Ieri, purtroppo, la tragedia. D’Amico, alla guida della sua Audi, procedeva in direzione Castagnara e non si è accorto degli studenti. Il gruppetto è riuscito a schivarlo, Silvia è stata «caricata» e scaraventata a terra mentre il bus proseguiva la sua corsa verso Reschigliano. L’investitore si è subito fermato e ha soccorso la ragazza, girandola delicatamente su un fianco perché aveva cominciato a vomitare. Da un palazzo vicino è accorso anche un medico che ha prestato le prime cure alla ferita fra la disperazione dei compagni. All’arrivo dell’ambulanza Silvia è stata intubata e trasportata d’urgenza al policlinico. Sul posto, intanto, sono arrivati i genitori degli studenti, allarmati dalle sirene del mezzo di soccorso. «Ho avuto tanta paura che l’investito fosse mio figlio - ha detto con le lacrime agli occhi una signora - Ciò non toglie che sono molto dispiaciuta per Silvia, lo siamo tutti». Qualcuno ha protestato per il fatto che la strada è troppo stretta e priva di piazzole di sosta. Poco dopo sono giunti i genitori dell’investitore: «Purtroppo ha attraversato lontano dalle strisce» hanno dichiarato. Seduto sul marciapiede, le mani a reggere la testa, il figlio. Che è stato sentito dai vigili come i testimoni, compreso l’autista del bus. L’Audi è stata sequestrata.
Giusy Andreoli

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18 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Metrobus a Pontevigodarzere» raccolte 750 firme di residenti

Domani pomeriggio alle 18 nella sala comunale di Pontevigodarzere, gli animatori dell’associazione socioculturale Il Ponte attendono l’assessore alla mobilità Domenico Menorello. Nell’incontro, che sarà aperto al pubblico, gli consegneranno le 750 firme raccolte fra i cittadini del rione, su una serie di temi riguardanti la difficile viabilità della zona. La principale richiesta è che venga prolungato fino a Cadoneghe il percorso del metrobus in costruzione, o comunque oltre il Brenta, in modo da snellire l’afflusso del traffico su via Pontevigodarzere, sempre più sostenuto. L’altra richiesta, che i cittadini avanzano ormai da tempo, è la costruzione di un secondo ponte stradale (indicativamente a Cadoneghe), in modo che le auto dei non-residenti evitino di attraversare il centro abitato di via Pontevigodarzere. «L’installazione della cordonata stradale per impedire ai veicoli di svoltare a sinistra», rileva Fabio Tonello dell’associazione Il Ponte, «ha praticamente diviso in due il rione, causando sia una circolazione problematica delle stesse auto, sia pericoli ai pedoni per l’attraversamento».

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18 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Cambiano tutte le aree destinate agli orti urbani

Due furti alle proprie auto nel giro di una settimana sono davvero troppi. A denunciare lo stato di insicurezza in cui è costretta a vivere è la famiglia Piovesan. Abitano in via Guerzoni e nella notte tra martedì e mercoledì hanno subìto il furto di due ruote e delle casse dell’autoradio: quasi nulli i segni di scasso, tanto da far pensare all’opera di professionisti. I ladri sono stati così “gentili” da lasciare il cric, così almeno la vettura è rimasta in equilibrio e non si sono aggiunti danni ulteriori. La settimana scorsa invece era stata scassinata e “ripulita” l’altra automobile di famiglia. «La situazione è diventata insostenibile» lamentano i Piovesan «e nessuno muove un dito». I Piovesan comunque non sono le uniche vittime dei raid notturni. Anche i vicini lamentano continue aggressioni, danneggiamenti e furti alle vetture. Via Guerzoni è interna al quartiere, costeggiata da condomini e defilata dalle vie principali. Ciò permette ai ladri di continuare a razziare indisturbati. Entrano nei giardini condominiali approfittando dell’assenza di controlli notturni da parte delle forze dell’ordine, che magari potrebbe fungere da deterrente al fenomeno dilagante. Colpiscono veloci e silenziosi, poi si dileguano. «Non dormiamo più tranquilli» concludono i Piovesan «abbiamo l’angoscia di scendere la mattina e non trovare più le nostre auto, chiediamo alle forze dell’ordine di intervenire».
Cristina Salvato

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17 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Cambiano tutte le aree destinate agli orti urbani

Una piccola rivoluzione ha investito di recente gli orti sociali di Cadoneghe. A cambiare non saranno le norme che ne regolano l’organizzazione, ma l’area in cui hanno finora trovato collocazione. Il servizio, da anni attivo nel Comune, riserva ai cittadini che non possiedono un giardino un appezzamento di terreno pubblico. Quaranta metri quadri da utilizzare come orto o giardino, coltivando in maniera quanto più rispettosa possibile dell’ambiente. Presenti nelle tre frazioni che compongono il Comune, sono regolati da coordinatori che fanno poi capo al vicesindaco Mirco Gastaldon. Il frutto degli sforzi degli ortolani viene ogni anno festeggiato in occasione della manifestazione autunnale San Martin in Piassa. L’aria di rinnovamento soffierà quindi sulla collocazione degli orti di Mejaniga e di Cadoneghe. Peperoni e zucchine, insalata e fiori verranno quindi traslocati in una nuova sede. La predisposizione dei nuovi terreni agricoli situati a Cadoneghe è terminata e l’assegnazione degli appezzamenti sarà definita a giorni. Una quindicina degli orti di Mejaniga sarà dislocata in fondo a via Pavese, mentre i restanti saranno distribuiti nel nuovo sito approntato a Cadoneghe. In fondo a via Palladio troveranno, infatti, collocazione gli appezzamenti attualmente collocati nell’area retrostante il campo sportivo di via Rigotti. La nuova sede ne ospiterà ben 68, affiancati da un parco. Non subiranno invece alcuna modifica i 40 orti collocati a Bragni, che dalla scorsa primavera hanno eletto un nuovo coordinatore. Il trasloco degli orti è dettato da diverse necessità. A Cadoneghe gli appezzamenti si trovano ormai sotto le finestre delle nuove abitazione recentemente edificate in via Lampioni, i cui residenti cominciavano a lamentare la puzza di concime e il via vai degli ortolani. Discorso diverso e più spinoso, invece, per gli orti di Mejaniga. La loro attuale collocazione è sempre stata una soluzione temporanea. Da tempo, infatti, nel Prg vigente quell’aera è destinata ad ospitare le abitazioni che comporranno il Peep 4. Quello che invece non manca sono i contributi regionali, arrivati da più di un anno.
Cristina Salvato

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17 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Le case sono ancora senza l’allacciamento fognario. I residenti in rivolta

Torna alla carica più agguerrito che mai Prometeo Gobbin, residente a Cadoneghe lungo la Statale del Santo, in un’abitazione priva dell’allacciamento fognario. A luglio aveva protestato e preteso la pulizia del fosso in cui scaricano le sue condutture. Fosso che, ostruito da terriccio accumulatosi in anni di incuria, causava la fuoriuscita di «liquame fangoso» nel giardino della sua abitazione. Il tutto documentato con dovizia di particolari. Il Comune era intervenuto scavando le pareti del fossato, ma la situazione non era migliorata di molto. Calatosi nel fosso, Gobbin se lo era ripulito sa solo. Il problema che lo assilla è però ben più complesso. Mancando l’allacciamento alla rete fognaria, gli scarichi domestici confluiscono nel fosso antistante la casa, appestando con il loro odore di ammoniaca l’aria, rendendola irrespirabile. Mai un controllo a verificare se vi fossero riversate anche sostanze tossiche o dannose. «Questa situazione si sta ripercotendo sullo stato di salute della mia famiglia - commenta Gobbin -. Mio figlio soffre d’asma e non è da escludere che a causarla siano state le condizioni igieniche insalubri». Da due anni e mezzo Gobbin combatte la sua battaglia a suon di lettere, telefonate e avvocati. Chiedeva un controllo sugli scarichi nel fosso, la manutenzione dello stesso, quali obblighi accollarsi per salvaguardare la sua salute e quali invece spettano ai vari enti interessati. Tutti appelli rimasti inascoltati. Essendo un’abitazione situata lungo una statale l’intervento di manutenzione spetta a Veneto Strade, la salvaguardia dell’igiene pubblica è di competenza del sindaco, il controllo dell’eventuale inquinamento del fosso interessa l’Arpav, la gestione ed estensione delle acque nere è del Consorzio Seta. Si capisce come, in un tal ginepraio di competenze, il cittadino non sappia più a chi rivolgersi, e in un continuo scaricabarile di responsabilità, si appelli ad ogni istituzione, impiegando risorse proprie. «Ho dovuto sborsare di tasca mia un sacco di soldi - ammette - Soltanto l’avvocato mi è costato tremila euro. Con il solo stipendio da operaio con cui mantengo quattro persone ho dovuto far fronte a numerosi sacrifici per portare avanti questa mia battaglia». Ora sembrerebbe aprirsi uno spiraglio di speranza per la risoluzione del problema. Il consorzio Seta avrebbe acconsentito a collegare l’abitazione con le condutture fognarie esistenti dall’alto lato della strada. All’utente è richiesto il contributo per l’allacciamento, mentre le spese di scavo e trivellazione spetterebbero al consorzio. Il quale avrebbe convenienza ad effettuare il lavoro per tutte le abitazioni non allacciate alla conduttura. L’ipotesi è di convocare in tempi brevi tutti gli abitanti di quel gruppetto di case e prospettare questa soluzione.
Cristina Salvato

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16 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Era davanti all’ex Antico Guerriero di Cadoneghe Nascondeva scooter, bici e vestiti rubati nell’Alta
Trovato un camion pieno di refurtiva

Strano ritrovamento di un camion pieno di refurtiva da parte dei carabinieri del Radiomobile di Padova. Il mezzo è stato rinvenuto lungo la statale del Santo vicino all’ex ristorante Antico Guerriero. Era pieno di merce rubata per un valore complessivo di 70 mila euro. Strano perché gli investigatori pensano che il camion, un Fiat Iveco bianco con un cassone azzurro, non sia stato abbandonato per caso ma che invece sia stato utilizzato per prelevare e scaricare merce presumibilmente rubata nei giorni scorsi. E su questo si stanno concentrando le indagini. L’autoarticolato conteneva al suo interno, cinque scooter, diverse biciclette e una grande quantità di vestiti di tutti i tipi. Tutti oggetti rubati nella zona del Cittadellese e a Castelfranco e che i militari hanno restituito ai legittimi proprietari nella giornata di ieri, dopo averli inventariati e riconosciuti attraverso le denunce di furto presentate in questi giorni delle varie stazioni dell’Alta padovana. Il camion, invece, era stato rubato nella notte nella zona di Bassano. I carabinieri l’hanno scoperto contemporaneamente con la denuncia sporta dal proprietario che ieri mattina si era ritrovato senza il mezzo. In questo momento, gli investigatori stanno vagliando alcune ipotesi. E’ possibile infatti che i ladri abbiano usato il camion con il capiente cassone per fare delle consegne durante la notte e che poi, per motivi che dovranno essere chiariti, l’abbiano abbandonato nella piazzola dell’ex ristorante, prima di darsi alla fuga facendo perdere le proprie tracce.
Paolo Baron

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12 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

A Cadoneghe l’arte marziale è di casa
Il taekwon-do festeggia 10 anni

E’ un’arte marziale non molto conosciuta al grande pubblico ma il taekwon-do viene esercitato da 10 anni a Cadoneghe dall’associazione sportiva New Candar Center. Dieci anni di attività che grazie all’opera del maestro Andrea Canteri ha portato il nome degli atleti di Cadoneghe sul podio più alto di questa arte marziale. Grazie ai ragazzi che frequentano l’associazione, il New Candar ha conquistato titoli regionali, interregionali, e nazionali, ed è salito sul podio partecipando anche a tornei internazionali. «Chi pratica questa arte marziale - dice Andrea Canteri del New Candar - acquista una maggior capacità di autocontrollo anche al di fuori della palestra, nella vita quotidiana. Ogni allievo ha un sentiero ben stabilito, fatto di esami, gare, incontri, stage e competizioni, ma lo spirito che lo fa continuare è quello di gruppo. Giochi singoli, a squadre, corse scatti, sono creati per sviluppare riflessi e resistenza. Nei ragazzi fornisce una nuova strada di grande moralità, negli adulti aiuta a scaricare lo stress». Per il terzo anno consecutivo l’associazione sportiva sta organizzando una gara aperta alle categorie bambini e juniores che si svolgerà domenica 23 novembre. L’ingresso sarà libero.

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11 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Accordo tra 15 sindaci e la Provincia.
La «Città metropolitana» chiede la svolta.
Il metrobus fino a Vigonza e a Rubano

Patto siglato a Maserà, Ivo Rossi: «Ora tocca alla Regione»

Sarà il fascino delle Riviere appena tirate a lucido, sarà la voglia di progettare lo sviluppo di un’area metropolitana di 400 mila abitanti, ma l’altro ieri a Maserà, i sindaci di Padova e di altri 15 Comuni hanno siglato un patto destinato a cambiare le politiche del traffico. E al primo posto della bozza, hanno inserito un obiettivo concreto: estendere le linee del metrobus fino a Rubano, Albignasego, Cadoneghe, Vigonza e Ponte San Nicolò. Il progetto è vecchio, ma è rimasto nel cassetto. Con un paziente lavoro di tessitura, Ivo Rossi, l’anima che ha reso possibile il dialogo tra i sindaci, è riuscito a farlo decollare. La proposta dell’ampliamento delle future tre linee Sir viene calata nel contesto della metropolitana di superficie veneta con l’obiettivo di eliminare il traffico privato, fonte del caos che provoca gli 800 mila passaggi quotidiani dei pendolari che raggiungono la città per lavoro. E come priorità assoluta si chiede di prolungare le linee del metrobus che Padova metterà in funzione dall’aprile 2004. Le tappe sono già delineate: la linea Sir1 Guizza-Pontevigodarzere dovrà essere prolungata fino ad Albignasego e a Cadoneghe. Ma anche il sindaco di Vigodarzere, Roberto Zanello, da tempo preme per ottenere una variante del metrò fino al centro del suo paese. Padova, con il Pum, ha previsto altre due linee di metrobus: la 2, dovrà collegare Chiesanuova con Ponte di Brenta. I sindaci della Città metropolitana chiedono di prolungare il percorso fino a Rubano e a Vigonza, tanto che Leonildo Bettio (neopresidente a turno della Conferenza) arriva ad ipotizzare il futuro capolinea quasi a Mestrino, dove passerà tangenziale «orbitale» di Casarin, una sorta di nuova autostrada che alcuni comitati popolari guardano con sospetto. La terza linea del metrò partità dalla stazione ferroviaria, raggiungerà l’ospedale civile e terminerà la propria corsa al Sant’Antonio, tanto che i 15 sindaci chiedono di prolungarla fino a Ponte San Nicolò dove si potrebbe rinnestare con la Padova-Legnaro-Piove di Sacco-Chioggia il cui progetto è stato depositato in Regione negli anni Novanta, quando Ivo Rossi sedeva sui banchi di palazzo Ferro Fini. Quella proposta ottenne il placet dell’ex rettore Mario Bonsembiante, padre di Agripolis e e della cittadella universitaria di Legnaro. Si passerà, quindi, dalle parole ai fatti? «Lo spero con tutto il cuore», ribatte Daniele Morello, sindaco di Maserà alla guida di una lista civica di centrodestra, «è evidente che i problemi del traffico si risolvono solo con soluzione che coinvolgano un’area omogenea. Finalmente martedì abbiamo superato antichi campanilismi. Se vogliamo che i cittadini utilizzino i mezzi pubblici ci vuole un biglietto unico. Quanto al metrobus, ho chiesto all’assessore Menorello di considerare tutte le esigenze: mi pare evidente che se dovesse arrivare fino ad Albignasego, Maserà non starà a guardare. Si tratta di allungare il percorso di 500 metri». Il sindaco di Ponte San Nicolò, l’ulivista Gaetano Calore, aggiunge che l’accordo firmato l’altro ieri prevede anche uno stanziamento di 20.000 euro per un piano su larga scala. «Il metrò? Non ci sono ostacoli che impediscano il prolungamento della tratta, anche se mi pare difficile superare il valico del ponte sul Roncajette». E Ivo Rossi? «Mi pare evidente che per uscire dal collasso del traffico ci vuole un piano della mobilità che coinvolga tutta l’area metropolitana. L’estensione della rete di trasporto pubblico con sede fissa ne é la condizione fondamentale. Mi preme però sottolineare il grande passo in avanti compiuto a Maserà: per la prima volta, sindaci di colore diverso (9 dell’Ulivo, 6 del Polo) sono pronti a firmare un accordo che coinvolge anche la Provincia per trovare soluzioni strutturali al caos della viabilità». Rossi culla poi un altro sogno: «La Regione nel nuovo statuto del Veneto dovrà riconoscere la Città metropolitana di Padova». Tesserin lo ascolterà?
Albino Salmaso e Marzia Dal Piai

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10 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Contro le turbe psichiche il progetto «Equipe Beatrice».
Affiancherà i servizi sociali

Un programma per fronteggiare le problematiche psicologiche e prevenire gli esiti drammatici che ne potrebbero derivare. «Equipe Beatrice» è un progetto pilota, ideato e curato da Antonella Baiocchi, psicologa e psicoterapeuta. Finanziato dal Comitato di Gestione del Fondo Speciale Regionale per il Volontariato, si propone come un’alternativa in più, da affiancare ai servizi sociali e psichiatrici presenti nel territorio. L’iniziativa ha già affrontato numerosi casi. Servirà per fronteggiare i problemi di relazione con se stessi o con gli altri, dovuti ad un disagio psicologico o psichico. Come Beatrice nella Divina Commedia ha accompagnato Dante dal buio della selva infernale alla luce del paradiso, così l’equipe si propone come aiuto alle persone in difficoltà per uscire dall’oscurità dei loro problemi. Un servizio per le famiglie, gratuito e con possibilità anche di visite domiciliari, rivolto a tutte le persone della provincia che abbiano problemi nel rapporto con se stessi o con i parenti, i vicini di casa, i colleghi, che siano incapaci di gestire la situazione problematica propria o di un parente, che abbiano problemi di salute mentale. In tutti questi casi l’«Equipe Beatrice» interviene a prevenire e curare i drammi estremi e a favorire le strategie necessarie per il miglioramento delle relazioni. Dall’inizio dell’attività l’equipe che segue il progetto è intervenuta in un centinaio di situazioni problematiche. La dottoressa Baiocchi ha un’esperienza ventennale nel campo della psicoterapia. «Dopo tanti anni di attività - spiega Baiocchi - posso affermare che il problema maggiore che affligge le persone e che le fa star male è la solitudine, sempre più presente nei rapporti interpersonali dei nostri tempi. Nella cosiddetta società del benessere, le persone vivono in realtà sempre più spesso sole e prive di comunicazione e questo non serve di certo a risolvere i loro già gravi problemi. La relazione fra persone è carente e spesso si ignora a chi ci si debba rivolgere per un aiuto. Noi serviamo proprio per questo motivi. «Equipe Beatrice» innesca un circuito, mettendo in contatto le persone con gli enti, facendo loro conoscere i propri diritti». Per informazioni sul servizio è possibile contattare il numero telefonico 049.8871131. Antonella Baiocchi opera a Cadoneghe, dove ricopre anche l’incarico di vicepresidente dell’A.pro.s.i.r (Associazione per la Promozione e Sviluppo Individuale e Relazionale) il cui presidente, il pranoterapeuta Valentino Roma, è l’ideatore della «camera di decompressione», un luogo da affiancare alle discoteche per abbassare lo stress e rilassarsi, in modo da evitare i numerosi incidenti che funestano molti fine settimana in tutt’Italia, causati da stanchezza e alcool.
Cristina Salvato

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10 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Domenica si corre per il Ciad

L’Associazione Fraternità Missionaria organizza domenica 14 settembre l’ottava edizione della gara podistica non competitiva «Marcia con Noi». Come nelle passate edizioni i fondi reperiti dalle quote di adesione saranno utilizzati per finanziare progetti a sostegno delle popolazioni del sud del mondo. Per il 2003, dichiarato anno mondiale dell’acqua, i fondi raccolti serviranno ad acquistare le attrezzature per attingere acqua potabile attraverso l’uso di pompe in un villaggio del Ciad. La partenza della gara è fissata alle 9.30 dal Parco della Repubblica. Il percorso lungo circa 8 chilometri si snoderà lungo le vie del paese, con punti di ristoro lungo l’itinerario. All’arrivo, previsto intorno alle 11 alla palestra Olof Palme, saranno premiati i primi classificati e alcuni fortunati sorteggiati. Una simpatica sorpresa sarà consegnata a tutti i bambini partecipanti. Le iscrizioni saranno raccolte nella chiesa di San Bonaventura o direttamente alla partenza domenica mattina. Il contributo minimo richiesto all’atto dell’iscrizione è di 3 euro, ma per chi desiderasse la maglietta della manifestazione la quota da versare è di 7 euro. In caso di maltempo la marcia sarà rinviata a domenica 21 settembre.
Cristina Salvato

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10 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Puccini e Verdi di scena a Cadoneghe

Anche Cadoneghe è inserita all’interno del calendario della rassegna culturale «Villeggiando», organizzata dalla Provincia. Il prossimo venerdì 19 settembre presso un posto così suggestivo come risulta essere la villa Cà Ponte Vergerio, l’appuntamento è con un concerto di musica classica. In programma le più celebri scene di duetti d’amore con le bellissime musiche di Verdi, Puccini, Mascagni e Lehàar. Ad eseguirne le melodie, il soprano Tiziana Zoccarato ed il tenore Max René Casotti, accompagnati al pianoforte da Edoardo Lanza. La serata, che inizierà alle 21, si svolgerà all’insegna della beneficienza, con il ricavato che andrà a favore di varie iniziative solidali.
Cristina Salvato

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9 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Pensionata di Cadoneghe si lancia dal terrazzo

Ha scelto una tranquilla mattina di settembre per porre fine alla sua storia e alle paure che da molti anni la perseguitavano. Ha avvicinato la sedia al parapetto del terrazzo e si è lasciata cadere nel vuoto. E’ morta così domenica mattina una pensionata sessantenne, lanciandosi dal terzo piano della sua abitazione. Erano da poco passate le nove. Il marito e la figlia che vivevano con lei erano tranquilli e non avevano notato segni di disagio o sofferenza quella mattina. Anzi, la donna era in cucina, in camicia da notte, intenta a preparare il caffè per la colazione. Ad un certo punto il tonfo sordo li ha allarmati: affacciatisi al balcone hanno visto il corpo della loro cara riverso bocconi nel giardino condominiale, ormai priva di vita. La morte è arrivata istantanea. Intervenuti sul posto, i sanitari hanno constatato il decesso: alla famiglia non è rimasto che chiamare il parroco per l’estrema unzione. Da vent’anni la donna era seguita dai servizi psichiatrici dell’Usl perché affetta da psicosi allucinatoria, malattia che nell’ultima settimana aveva subito una recrudescenza, tanto che i familiari l’avevano convinta a rivolgersi ad uno specialista. Non ha lasciato alcun biglietto di spiegazione o saluti, ma l’ipotesi che si tratti di un suicidio, e non di un incidente domestico, è confermata dallo stato di salute della donna, per cui l’autorità giudiziaria non ha disposto l’autopsia.
Cristina Salvato

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7 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

A giorni previste le nuove assegnazioni.
Trasferiti gli orti sociali

Dopo le proteste dei confinanti

Una piccola rivoluzione ha investito di recente gli orti sociali di Cadoneghe. A cambiare non saranno le norme che ne regolano l’organizzazione, ma l’area in cui hanno finora trovato collocazione. Il sevizio, da anni attivo nel Comune, riserva ai cittadini che non possiedono un giardino un appezzamento di terreno pubblico: 40 metri quadrati da utilizzare come orto o giardino, coltivando in maniera quanto più rispettosa possibile dell’ambiente. Presenti nelle tre frazioni che compongono il Comune, sono regolati da coordinatori che fanno poi capo all’Assessorato competente, retto dal vicesindaco Mirco Gastaldon. Il frutto degli sforzi degli ortolani viene ogni anno festeggiato in occasione della manifestazione autunnale San Martin in Piassa. L’aria di rinnovamento soffierà quindi sulla collocazione degli orti di Mejaniga e di Cadoneghe. Peperoni e zucchine, insalata e fiori verranno quindi trasferiti in una nuova sede. La predisposizione dei nuovi terreni agricoli situati a Cadoneghe è terminata e l’assegnazione degli appezzamenti sarà definita a giorni. «Nella riunione svoltasi con gli ortolani nel mese di giugno - precisa l’assessore Mirco Gastaldon - è stato consegnato il bando per il rinnovo triennale delle assegnazioni che saranno definite in una riunione in programma per settembre». Una quindicina degli orti di Mejaniga sarà dislocata in fondo a via Pavese, mentre i restanti saranno distribuiti nel nuovo sito individuato a Cadoneghe.
In fondo a via Palladio troveranno, infatti, collocazione gli appezzamenti attualmente collocati nell’area retrostante il campo sportivo di via Rigotti. La nuova sede ne ospiterà ben 68, affiancati da un parco. Questa nuova e più ampia collocazione accoglie molte modifiche realizzate sulla base delle richieste avanzate dagli ortolani, tra cui la pompa per l’acqua a funzionamento elettrico. Non subiranno invece alcuna modifica i 40 orti collocati nella frazione di Bragni che, dalla scorsa primavera, hanno un nuovo coordinatore. Il trasloco degli orti è dettato da diverse necessità. A Cadoneghe gli appezzamenti si trovano ormai sotto le finestre delle nuove abitazione recentemente edificate in via Lampioni, i cui residenti cominciavano a lamentare il puzzo di concime e il viavai degli ortolani. Discorso diverso e più spinoso, invece, per gli orti di Mejaniga. La loro attuale collocazione è sempre stata una soluzione temporanea. Da tempo, infatti, nel Piano regolatore attualmente in vigore quell’area è destinata ad ospitare le abitazioni che comporranno il Peep numero 4, di cui per la verità manca ancora la progettazione. Quello che invece non manca sono i contributi regionali, arrivati ormai da più di un anno. «Nell’area in questione troveranno posto anche parte delle strutture che comporranno il palatenda - precisa l’assessore Mirco Gastaldon - la cui edificazione ha richiesto una variante che, di fatto, ha dimezzato l’area del Peep, riducendone il volume di edificabilità da 140 a 70 metri cubi, ma offrendo nel contempo ai quindicimila abitanti che risiedono nel Comune la possibilità di usufruire di un nuovo servizio». Tra gli impegni dell’Assessorato c’è anche l’intenzione di riproporre il corso di agricoltura biodinamica e bissare l’iniziativa attuata lo scorso anno. Un’attività ricreativa e sociale, ma anche formativa con lezioni di agricoltura omeodinamica per imparare a coltivare in modo eco-compatibile e nel pieno rispetto di un ambiente spesso troppe volte maltrattato.
Cristina Salvato

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7 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Sport e benessere» a Cadoneghe Le piscine termali per la terza età

Anche quest’anno il Comune aderisce all’iniziativa «Sport e benessere nella terza età», promossa dalla provincia. Questa quarta edizione prevede 16 lezioni di nuoto e attività motoria per anziani, nelle piscine termali di alberghi di Montegrotto e Abano, nel periodo compreso tra novembre e febbraio. Il trasporto sarà effettuato con pullman, con un contributo da parte del Comune, mentre la tariffa a carico degli utenti è di 53 euro. Le iscrizioni vengono raccolte dall’associazione Unione Donne Italiane nel Centro per Anziani «Spinelli», in Via Leopardi 2, da lunedì 8 a venerdì 12 settembre, dalle 9 alle 11. I posti a disposizione sono limitati.
Cristina Salvato

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6 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

A Cadoneghe è paura: due banche svaligiate in pochi giorni.
Rapinata la Popolare di Vicenza

La Lancia Delta usata per il colpo era stata rubata in mattinata.
E’ stata abbandonata nella zona industriale

Ancora momenti di panico a Cadoneghe per l’ennesima rapina ai danni di una banca. A finire nel mirino dei rapinatori questa volta la Banca Popolare di Vicenza, al civico 17 lungo la vecchia Statale del Santo. Ieri mattina alle 10.30 due rapinatori armati di taglierino hanno fatto irruzione all’interno dell’istituto di credito. Il cliché della dinamica è sempre il medesimo. Un bandito entra nella banca e, puntando al collo di una cliente la lama di un affilato taglierino, intima ai cassieri di sbloccare la porta per far entrare il complice. Mentre questo arraffa il denaro, l’altro tiene sotto tiro la cliente spaventata. L’azione rapida e fulminea ha fruttato ai malviventi 19 mila euro. Una volta usciti, i due si sono rapidamente dileguati a bordo di una Lancia Delta guidata da un terzo complice. La vettura è stata successivamente ritrovata nella zona industriale. Un rapido cambio di auto e i malviventi sono spariti abbandonando la Delta che era stata appena rubata in città. L’accento veneto con cui hanno pronunciato le poche frasi potrebbe essere stato simulato e risultare così fuorviante per le indagini. Al momento del fatto, oltre all’unica cliente tenuta in ostaggio, erano presenti soltanto gli impiegati. Indagano i carabinieri di Vigodarzere che hanno acquisito il filmato delle telecamere a circuito chiuso. Nel giro di una settimana questa è la seconda rapina che si registra a Cadoneghe. Venerdì scorso i banditi avevano assaltato l’agenzia dell’Antonveneta a Mejaniga. Impossibile dire se si tratti dei medesimi autori. Tranne l’analogia nella dinamica, vi sarebbero discordanze sul loro aspetto fisico.
Cristina Salvato

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5 settembre 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Un saluto a don Paolo con il coro del Teatro Verdi

Con un concerto di musica classica, l’intera comunità di Cadoneghe saluterà il parroco di San Bonaventura, don Paolo Scalco. Oggi, alle 21, nella chiesa, il Coro Teatro Verdi eseguirà un repertorio di arie classiche. L’iniziativa è stata promossa dal Comune, in collaborazione con la parrocchia. Dopo 11 anni, quella di domenica sarà l’ultima messa celebrata dal sacerdote, che andrà a rivestire lo stesso incarico a Limena. Un parroco molto amato anche per le molteplici attività che ha avviato e incrementato nel corso degli anni. Ha seguito in prima persona la formazione del gruppo catechisti e ha ampliato il progetto dei gruppi coppie, in cui i coniugi si incontrano periodicamente per discutere temi legati alla religione e alla famiglia, con i figli che intanto giocano nella stanza accanto. Al termine delle riunioni si cena tutti insieme con i piatti che ogni famiglia ha preparato. Una partecipazione attiva che si esplica anche impiegando il tempo libero in molte altre occupazioni all’interno della parrocchia, dalla pulizia della chiesa alle attività ricreative per i bambini. Ma altre sono le iniziative che rendono la parrocchia di San Bonaventura particolarmente fervente e dinamica. L’associazione Fraternità Missionaria si occupa di reperire fondi per realizzare infrastrutture nei Paesi più poveri, Gocce di Mondo allestisce ogni domenica in patronato una bancarella per promuovere il commercio equo e solidale, mentre le famiglie di Aiutiamoli a Vivere accolgono da alcuni anni i bambini bielorussi provenienti da Chernobyl. A sostituire don Paolo arriverà il 27 settembre don Giancarlo Cantarello, proveniente dalla parrocchia di Turri di Montegrotto.
Cristina Salvato

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