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RASSEGNA STAMPA – MARZO 2002

"IL GAZZETTINO"



26 marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

Lo stadio è in cattive condizioni? ...

Lo stadio è in cattive condizioni? E noi non ci giochiamo più. Questa la polemica presa di posizione dei dirigenti dell'Union Cadoneghe , formazione che milita nel campionato di calcio di Seconda categoria, nei confronti della locale amministrazione comunale. Tale punto di vista è stato espresso qualche giorno fa in una lettera inviata dal presidente Florio Zanon al sindaco di Cadoneghe Adriano Baldin. Domenica tale proposito è stato attuato e la partita con il Rio si è infatti disputata al campo Boldrin che il Comune stesso ha dato in gestione alla società.
«Lo stadio Martin Luther King - spiega Zanon - si trova in condizioni indecorose. I servizi non funzionano, piove dentro gli spogliatoi, la struttura è indecente ed il terreno di gioco è assolutamente impraticabile. Sono presidente da ventitré anni e da tanto tempo ricevo promesse di ristrutturazione senza vedere realizzare nemmeno la manutenzione ordinaria». Sotto accusa in particolare il fondo di gioco: «Durante la settimana si allena la prima squadra del Cadoneghe (l'altra portacolori comunale, ndr) perché l'impianto del Pertini, a loro affidato, non ha l'illuminazione e la domenica si disputano le partite. Se il clima è buono, il terreno regge, in caso di pioggia si formano innumerevoli buche ed avvallamenti». Nella lettera viene allegato pure l'elenco degli undici giocatori che quest'anno si sono fatti male in quel campo: «A parte uno o due casi, tutti gli infortuni capitati sono distorsioni alla caviglia ed al ginocchio, dovuti alle cattive condizioni del fondo. È un mio dovere verso i ragazzi denunciare questa situazione. Trovo poi desolante vedere una struttura del genere in stato di abbandono. Spero che la nostra azione serva a far partire i promessi lavori di ristrutturazione».
Immediata la replica del sindaco Baldin: «Per la sistemazione complessiva dello stadio Martin Luther King quest'anno sono stati stanziati 450 milioni (circa 230 mila euro), di cui 250 arrivati con contributo regionale. Tra i vari interventi già approvati, l'impermeabilizzazione della gradinata e la messa a norma di tutto l'impianto. Vorremmo completare il tutto per inizio settembre, ma considerando il periodo di ferie, sarà difficile rispettare i tempi. Nel frattempo l'Union Cadoneghe può già contare su un impianto messo a sua disposizione con un campo da gioco regolare ed uno d'allenamento».
Una presa di posizione, quella della società, che ha lasciato perplesso il primo cittadino. «Noi stessi a breve avremmo chiesto loro di lasciare lo stadio per cominciare i lavori. Sapevamo che la struttura ha una certa precarietà ed il ritardo nell'intervento è dovuto soprattutto all'ingente costo. Non aveva senso per ora darlo in gestione. Per il futuro, visto che stiamo parlando di un impianto polivalente e a disposizione di tutta la cittadinanza, siamo in contatto con alcune società di atletica che lo gestiranno, sulla base di una precisa convenzione, come già facciamo per le altre strutture».
Andrea Miola

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22 marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

CADONEGHE. CENTRO SINISTRA IN DIFFICOLTA’
Anche lo Sdi, dopo Rifondazione, abbandona la giunta

Dopo i saluti di Rifondazione, anche i socialisti democratici si apprestanto a dare il loro commiato all'esecutivo di centro sinistra. Posizioni scettiche sull'operato della giunta sono state espresse dal direttivo socialista nel corso dell'ultimo congresso di sezione, che ha affidato ad Antonio Steffani la carica di segretario e a Raimono Vettore la poltrona di vice. A competare i quadri del direttivo di sezione saranno Leonardo Agosti e Giuseppe Mazzon. Analizzando i risultati del programma presentato agli elettori nel 1999, il direttivo dello Sdi ha espresso notevole rammarico per i molti punti rimasti inevasi. Poche sono state infatti le opere poste in cantiere dall'amministrazione in carica. E quelle giunte al nastro di partenza riguardano lavori in programma già da alcuni anni anni, come la ristrutturazione del ponte pedonale sul Brenta ed il raddoppio dell'asilo nido.
Notevole scetticismo è stato espresso dai socialisti anche in relazione all'investimento miliardario destinato al palatenda attiguo allo stadio. Sul quale da tempo si sono divise le forze di maggioranza. Lo Sdi, proprio in forza dei mancati risultati dell'esecutivo, non parteciperà alle prossime riunioni di maggioranza. E non accetterà alcun incarico all'interno della giunta, reso possibile dal turn over di metà legislatura deciso tre anni fa dalle forze di governo al momento del varo dell'esecutivo.
"Non esistono -spiega infatti il segretario Antonio Steffani- le condizioni paritetiche di collegialità fra le forze che reggono l'Amministrazione per garantire il governo del Comune".
Le acque agitate in casa della maggioranza hanno già posto in fibrillazione il fronte opposto. Dopo il clamoroso distacco di Rifondazione dal centro sinistra, culminato nelle dimissioni dell'assessore alla cultura, Lucio Costa, Forza Italia rompe mesi di silenzio. Ed invita l'esecutivo a togliere gli scheletri nell'armadio. Svelando alla cittadinanza cosa si nasconda dietro la lotizzazione della ex Breda, l'ampliamento della zona industriale e le più operazioni urbanistiche del paese. La Lega Nord contesta invece la mancata convocazione del consiglio comunale. Che tradurrebbe il disagio ed il forte disorientamento patito dal sindaco di fronte allo spaccarsi del fronte del centro sinistra.
Lucio Piva

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19 marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

CADONEGHE/VIGONZA Ladri all’opera sabato nel supermarket di via Gramsci. Bottino: 4 mila euro
Rubata la cassaforte del Pellicano
Ieri, inoltre, spaccate al Lando di via Regia e mezz’ora dopo al "Frutteto 2" di via Meucci

È stato un colpo da autentici professionisti quello compiuto dai soliti ignoti ai danni del supermercato "Il Pellicano" di via Gramsci a Cadoneghe . I ladri hanno portato via una cassaforte del peso di 250 chilogrammi. Secondo una prima stima il bottino ammonterebbe a 3-4 tre-quattromila euro. Il furto è stato compiuto nella tarda serata di sabato. A dare l'allarme sono state alcune persone che risiedono nella zona. Era quasi l'una di notte quando rincasando hanno notato qualcosa di strano. La porta a vetri del supermercato era spalancata. All'interno non c'era neppure una luce accesa. Sono stati immediatamente avvisati i carabinieri della stazione di Vigodarzere. Una pattuglia si è portata in via Gramsci. Ma dei ladri non c'era più traccia. Il colpo era stato preparato nei minimi dettagli. I malviventi sono penetrati all'interno dell'esercizio commerciale scardinando la serratura dell'entrata principale. Hanno puntato diritti verso l'ufficio del direttore che si trova vicino alle casse. Il pesante contenitore era ancorato al pavimento. Per portarlo via si sono sicuramente serviti di un camioncino. L'operazione deve essere andata per le lunghe. La cassaforte pesava due quintali e mezzo. Dentro c'era soltanto una parte dell'incasso del week-end. Il contante che il direttore utilizza abitualmente come fondo cassa. Il resto del denaro era stato fortunatamente messo al sicuro. Al direttore non è rimasto altro che sporgere denuncia ai carabinieri.
Ieri due banditi a bordo di una motocicletta di grossa cilindrata si sono resi protagonisti di un doppio tentativo di spaccata. Erano all'incirca le tredici e trenta. Il primo assalto è stato consumato ai danni del supermercato "Lando" di via Regia a Vigonza. Servendosi con tutta probabilità di un martello o di un piede di porco i malviventi hanno rotto la vetrata. E' però scattato l'allarme. I due sono stati costretti ad una precipitosa fuga. La scena si è ripetuta pochi minuti più tardi al negozio di ortofrutta "Il Frutteto 2", di via Meucci, sempre a Vigonza. Dopo aver danneggiato la vetrata i ladri si sono impadroniti del registratore di cassa, nel quale c'erano circa 40 euro. Scappando hanno seminato per terra alcune monete che sono state poi recuperate dal titolare del negozio. Sul posto sono giunti i carabinieri di Pionca.
Luca Ingegneri

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17 marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

CADONEGHE I sindacati hanno inviato una lettera aperta ai capigruppo consiliari per informali sullo stato di disagio
Comunali e sindaco ai ferri corti
In due anni almeno venti hanno chiesto il trasferimento in altra sede. Incentivi solo ai dirigenti

Sciopero del personale in vista? Il sindaco non ha paura. Ci penseranno i cittadini a difenderlo dai soprusi dei lavoratori del pubblico impiego. Notoriamente sfaccendati, scalda sedie e buoni a nulla. E' un passo della lettera aperta inviata dalle rappresentanze sindacali di lavoratori del Comune ai capigruppo consiliari. Per ragguagliarli sullo stato di disagio in cui versa da tempo l'Amministrazione. Penalizzata negli ultimi mesi da un autentico esodo dei colletti bianchi. Negli ultimi due anni sono stati infatti circa una ventina, su un organico di oltre 60 unità, coloro che hanno preferito chiedere il trasferimento in altre sedi. Non sopportando i disagi creati da rivoluzioni di organizzazioni e competenze. E dalla scarsa considerazione professionale di cui godono gli elementi inseriti da più anni nell'organico. Poco remunerativi sarebbero -secondo la denuncia dei sindacati- anche gli incentivi economici. Che premierebbero in modo consistente i cinque dirigenti in servizio a discapito degli altri lavoratori.
"Il Comune -lamenta il personale- insiste nella politica di affidare all'esterno la gestione dei servizi, evitando di creare nuovi posti di lavoro all'interno del Municipio. Le forze politiche ed i cittadini constatino con mano se il livello delle pretastazioni sia cresciuto sotto il profilo qualitativo. E quali vantaggi economici ne abbia sortito l'Ente. Tutte le rivoluzioni che subisce la macchina amministrativa avvengono senza che il personale ne sappia nulla. E' paradossale che cio avvenga in una giunta di centro sinistra".
La "gaffe" del sindaco sul personale è stata severamente stigmatizzata dal leader di Rifondazione, Lucio Costa.
"L'accusa di scalda sedie attribuita dal sindaco ai lavoratori -spiega- proviene da una persona iscritta alla Cgil. Delle due, l'una: o Baldin stracci la tessera o il sindacato gliela ritiri".
Il primo cittadino (nella foto) replica energicamente alla lettera aperta. "Le frasi lette nella missiva -spiega- non le ho mai pronunciate e non appartengono nè alla mia sensibilità nè alla mia cultura. Mi vanto invece di essere più volte stato elemento di mediazione nelle rivendicazioni sindacali. Avallando diverse richieste sindacali, tra le quali le progressioni in carriera di molti dipendenti. La gestione del lavoro richiede comunque maggior flessibilità ed adattamento. E non sempre le istanze dei lavoratori possono sempre trovare risposta".
Lucio Piva

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14 marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

CADONEGHE RIFONDAZIONE ACCUSA STELLA BAGLIOLID DI AVER GUASTATO I RAPPORTI CON I SINDACATI
«Vogliamo la "testa" del segretario comunale»

Rifondazione non concede sconti. Dopo aver rumorosamente sbattuto la porta della giunta ed aver lasciato nella stanza dei bottoni i soli diessini, popolari e cossuttiani, i militanti comunisti dettano precise condizioni per impedire che la destra passi al contrattacco. Le richieste dell'ex assessore alla Cultura, Lucio Costa e dei suoi compagni di partito sono pesanti. La più eclatante è quella che pretende la testa del segretario comunale e direttore generale, Stella Bagliolid, alla quale Rifondazione contesta di aver concorso a guastare i rapporti con gli organismi sindacali, compromettendo così il migliore funzionamento degli uffici.
«La richiesta di revocare l'incarico al direttore generale -afferma Lucio Costa- non è una novità di ieri. L'avevo sottoposta al sindaco con ben due lettere nei mesi scorsi, evidenziando che la condotta autoritaria del vertice burocratico comunale stava creando parecchi problemi all'interno degli uffici comunali, avvilendo il personale, che rappresenta invece un patrimonio da tutelare e difendere».
Rifondazione non si ferma comunque qui. Pretende il blocco delle tasse e tariffe sino a tutto il 2004. E che sia data completa informazione alla cittadinanza delle scelte urbanistiche più importanti che l'Amministrazione si accinge a compiere. A cominciare dal piano di lottizzazione ex Breda.
«L'Amministrazione -spiega Rifondazione- deve scegliere se stare dalla parte degli speculatori immobiliari e dei profittatori o da quella dei lavoratori e della gente comune».
Il sindaco Adriano Baldin, difendendo a spada tratta il direttore generale, parla di atteggiamento scorretto da parte "di chi fa dei funzionari il bersaglio di polemiche politiche". Ed afferma comunque che sono in atto incontri fra il gruppo popolare e diessino per condurre ad una mediazione con Rifondazione. Ma con regole chiare.
«Non apprezziamo -dice il sindaco- un linguaggio fatto di imposizioni e ricatti. Siamo disponibili a dar voce alle richieste di Rifondazione. Ma attraverso un dialogo franco e leale che escluda accuse gratuite. Un esempio? I comunisti italiani che per accordo politico dovevano subentrare a Rifondazione, sarebbero stati disposti a rinunciare a sedersi in giunta. Ma la loro è stata una scelta obbligata davanti alle intemperanza manifestate da Costa e compagni».
Lucio Piva

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9 marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

CADONEGHE. PETIZIONE DI PROTESTA AL SINDACO
Caro-mense, i genitori in rivolta

La rivolta contro il caro mensa approda in riva del Brenta. Sono stati infatti oltre 170 i genitori che hanno posto la propria firma in calce alla petizione di protesta fatta recapitare l'altro ieri al sindaco. Nella quale le famiglie degli alunni delle scuole materne, elementare e medie hanno contestato gli adeguamenti del costo del buono pasto. A conti fatti non si tratta di cifre esorbitanti. La quota di 3,20 euro, fissata per gli utenti di tutte le scuole del comune, è stata innalzata di circa 8 centesimi, vale a dire del 2,5\% del proprio ammontare.
Ma è bastato questo a porre sul piede di guerra i ben tre comitati costituiti nel territorio. Che hanno immediatamente preteso un confronto con il responsabile del servizio pubblica istruzione del Comune e con i dirigenti scolastici. Secondo i genitori l'aumento, determinato dalla necessità di adeguare all'indice Istat i prezzi fissati dalla ditta So.De.Xho, titolare dell'appalto per la referezione, sarebbe ingiustificato. Il contratto prevede infatti un adeguamento basato non solo sulla variazione dei prezzi al consumo ma anche sull'incremento del costo della manodopera degli addetti al servizio. In tal caso l'aumento avrebbe dovuto essere solo dell'1,8\%. Ciò che ha oltre modo irritato i genitori è stata la tardiva comunicazione delle nuove tariffe. Gli aumenti, infatti sono stati decisi alla fine dello scorso anno. Ma le famiglie non ne erano al corrente. E si sono travate la sgradita sorpresa dei maggiori importi al momento di dover acquistare in banca i blocchetti dei buoni pasto. All'aumento subìto non corrisponde affatto-secondo i genitori-un effettivo riscontro qualitativo dei pasti.
"Non è possibile -afferma infatti uno dei rappresentanti dei comitati dei genitori, Raffaele Marchesin- che sia proposto un unico menù indifferentemene agli alunni delle elementari, delle materne e delle medie. Pretendiamo che sia garantita una variazione dei pasti in ragione ai diversi bisogni d'età".
Oltre che sul tavolo del sindaco, la protesta delle famiglie approderà presto anche in consiglio comunale. Rifondazione comunista, fresca di scissione dal gruppo di maggioranza per passare all'opposizione, ha già infatti preparato un'interrogazione in merito. Chiedendo il blocco degli aumenti tariffari sino al prossimo 2004.
Lucio Piva

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5 marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

L'asilo nido di Meianiga pronto al raddoppio Rifondazione non vuole una gestione privata

(L.P.) Tre anni passati a programmare gli interventi di maggior rilevanza per il paese, prima di mettere concretamente mano alle opere pubbliche. L'ampliamento dell'asilo nido di Meianiga è il primo "punto" messo a segno dell'esecutivo guidato da Adriano Baldin, con il plauso di decine di famiglie costrette da mesi ad allungare la fila delle domande in attesa di improbabile accoglimento dei loro piccoli. Il centro per l'infanzia potrà quindi passare da 36 a 58 posti. e soddisfare pertanto tutte le domande locali, oltre a consentire l'inserimento di bambini dei centri limitrofi. Il progetto esecutivo del raddoppio del "nido" prevede non solo la realizzazione di nuovi locali destinati alle attività ludico-motorie e didattiche ma la ristrutturazione di servizi già esistenti, restituendo agli utenti una struttura nuova di zecca. Il varo del progetto ha tuttavia già conosciuto un primo intoppo di natura finanziaria. Il mezzo miliardo preventivato per l'ampliamento è infatti lievitato a circa 700 milioni. Può darsi che il raddoppio della struttura contribuisca a contenere il costo delle rette. Inserire un bimbo al nido di Meianiga ha finora rappresentato un autentico salasso per le famiglie, chiamate a sborsare a sborsare dalle 400 alle 900mila lire mensili in base al reddito. Non senza paradossi. Per i "non residenti" di Isola di Torre, ultima frazione di Padova a duecento metri di distanza dal municipio di Cadoneghe , la retta sale infatti ad oltre un milione al mese.
L'avvio dei lavori per il nido ha suscitato già le prime polemiche all'interno della maggioranza. Ad agitarle è ancora una volta il gruppo di Rifondazione comunista: «Vogliamo assolutamente che la gestione della struttura resti nelle mani del Comune - ha detto infatti l'esponente comunista, Lucio Costa - Guai se la giunta, per mere logiche di risparmio, avviasse procedure d'appalto per affidare a qualche cooperativa il servizio educativo e pedagogico o quello di refezione. La qualità del servizio ne risentirebbe».

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1° marzo 2002 "IL GAZZETTINO"

CADONEGHE Agghiacciante suicidio ieri verso le 8,30. Solo nel tardo pomeriggio i carabinieri sono riusciti a identificare il corpo dell’uomo
Si butta nel Brenta dal ponticello di Torre
Si tratta di un sessantenne che risiedeva in periferia. È arrivato in bicicletta e poi ha scavalcato il parapetto lanciandosi

Non accettava l'idea che la consorte soffrisse di un male incurabile. Negli ultimi tempi era caduto in uno stato di grave depressione. Al punto da decidere di farla finita. Ieri mattina G.L., sessantunenne pensionato padovano, ha messo in atto i propositi suicidi. Scegliendo la passerella ciclo-pedonale che collega Cadoneghe a Torre per porre fine al suo tormento interiore. Ha lasciato di buon mattino la sua abitazione, alla periferia est della città, in sella ad una mountain-bike di colore grigio. Ha percorso alcuni chilometri fino a Cadoneghe . Poi si è arrampicato sull'argine che costeggia il Brenta. Erano all'incirca le 8.30 quando ha attraversato la passerella. Giunto a metà dell'angusto passaggio ha parcheggiato con cura la bicicletta. Ha scavalcato il parapetto, rimanendovi seduto per qualche secondo. Poi si è lasciato cadere nel vuoto. Un tragico volo di una decina di metri nelle gelide acque del Brenta. Alla scena ha assistito attonita Antonella B., commessa in un supermercato della zona. "Stavo andando a lavorare come tutte le mattine - racconta la ragazza - non avevo ancora imboccato la passerella quando mi sono accorta di quell'uomo seduto sul parapetto. Aveva lo sguardo rivolto verso il basso. Non ho fatto neppure in tempo a gridare che si è lanciato in acqua. Senza dire una sola parola. Vicino a me c'erano altre due persone. Mi sono premurata di ridiscendere l'argine per andare a chiamare i soccorsi. Quando sono risalita gli altri testimoni mi hanno detto che non c'era più nulla da fare. Il corpo galleggiava in superficie senza dare alcun cenno di vita".Sono stati immediatamente allertati carabinieri e vigili del fuoco. Ai pompieri è toccato il compito di ripescare la salma di G.L. Per riportarla a riva sono stati necessari soltanto pochi minuti. I militari della stazione di Vigodarzere hanno invece raccolto le testimonianze di chi aveva assistito alla tragedia. Addosso il sessantunenne non aveva alcun documento. Per risalire alla sua identità ci sono volute diverse ore. Nel primo pomeriggio è stato il figlio di G.L. a denunciare ai carabinieri la scomparsa del padre. Il cadavere è stato trasferito all'istituto di medicina legale dell'Università, a disposizione dell'autorità giudiziaria.Luca Ingegneri

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