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RASSEGNA STAMPA –APRILE 2003

"IL MATTINO DI PADOVA"



30 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

CADONEGHE, NOVENTA E PONTE SAN NICOLO'
Presto sei nuove caserme dei carabinieri

VENEZIA. Diciotto nuove caserme dei carabinieri sparse per le sette province del Veneto lì dove c'è più bisogno di controllo del territorio. Ben sei saranno nel Padovano, tre dislocate nel territorio della Cintura Urbana: Noventsa, Cadoneghe e Ponte San Nicolò. Non saranno stazioni con un campanello, una targa e due militari ma veri e propri presidi secondo un piano di razionalizzazione delle forze di polizia finanziato al 50 per cento dalla Regione (che sborserà complessivamente sette milioni di euro) e per l'altro 50 per cento dai comuni interessati. Così ha annunciato ieri in Prefettura a Venezia l'assessore regionale alle Politiche della Sicurezza Raffaele Zanon al termine di un incontro con i prefetti del Veneto riuniti intorno alla stesso tavolo.
1 Il vertice, che per la prima volta ha visto la Regione nei panni di «coordinatrice» tra le varie Prefetture per attuare politiche di sicurezza urbana d'intesa con il ministero degli Interni, ha fissato due obiettivi importanti: le diciotto caserme dell'Arma e la realizzazione di un centro di permanenza temporanea per extracomunitari in attesa di espulsione.
Chiarissimo il primo obiettivo; meno esplicito il secondo, almeno per quanto riguarda la sua collocazione. Ancora oscura. La lista dei comuni che avranno le future stazioni dei carabinieri, nel frattempo, è già stata stesa e, salvo ritocchi o nuove proposte che potrebbero arrivare nelle prossime settimane dai prefetti, conta due stazioni in provincia di Venezia (a Marcon e Martellago), ben sei nel Padovano (Ponte San Nicolò, Montegrotto, Maserà, Noventa Padovana, Lozzo Atestino, Cadoneghe), due nel Vicentino (Monticello Conte Otto e Torri di Quartesolo), e tre in provincia di Treviso (Villorba, Casale sul Sile e Carbonera). Qualche caserma potrebbe già diventare operativa già entro fine anno. Se da Palazzo Balbi e dai singoli comuni arriveranno i finanziamenti, sarà il ministero a dare gli organici che saranno stabiliti caso per caso da un'apposita commissione.
Il secondo argomento all'ordine del giorno è stato quello del centro di permanenza per immigrati, sul quale l'assessore Zanon è stato categorico: «Entro fine anno dovremmo arrivare all'individuazione del sito e all'apertura del cantiere. La costruzione del centro è un passaggio obbligato per la realizzazione della legge Bossi-Fini - ha continuato l'assessore - sarà uno strumento indispensabile che permetterà di applicare la nuova normativa. E non solo. Sarà un centro modello». Tra le altre iniziative previste dal protocollo d'intesa tra il Veneto e Ministero dell'Interno, Zanon ha ricordato quindi la futura scuola regionale di polizia e polizia locale, che avrà «sale dotate di tutte le nuove tecnologie per la realizzazione di sistemi informativi integrati e per svolgere effettive attività complementari tra le forze dell'ordine a garanzia della sicurezza dei cittadini».

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29 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

La passerella di Cadoneghe verso una nuova chiusura

La passerella torna in consiglio comunale. Il consigliere leghista Bruno Zandarin ripropone all'amministrazione la questione del mancato certificato di collaudo della struttura. La passerella metallica che collega da cinquant'anni le sponde del Brenta tra Cadoneghe e Torre era stata oggetto di un consistente restauro nell'estate dello scorso anno. Al termine dei lavori, però, era stato accertato che alcuni degli interventi non erano stati eseguiti correttamente e accuratamente. Soprattutto la stesura della pavimentazione in gomma era resa pericolosa dal continuo formarsi di bolle d'aria sottostanti. Zandarin aveva in seguito segnalato all'amministrazione altre "magagne" più o meno evidenti da lui riscontrate durante un sopralluogo. La minuziosa e dettagliata relazione era stata presa in considerazione dalla giunta. Ma il consigliere leghista chiedeva anche qualcosa in più: la certificazione del collaudo generale da parte della ditta esecutrice dei lavori, a garanzia di perfetta perfetta esecuzione e come assunzione di responsabilità in caso di incidenti. Non avendo avuto comunicazione dell'effettuazione del collaudo, Zandarin ha riproposto la questione in consiglio. Il certificato di collaudo come assunzione di responsabilità tutelerebbe l'amministrazione e i numerosi cittadini che quotidianamente attraversano la passerella per motivi di studio e lavoro. In risposta all'interrogazione, l'assessore ai Lavori Pubblici, Mauro Sarti, annuncia la prossima chiusura della passerella. Nel periodo immediatamente successivo alla fine dell'anno scolastico la struttura verrà nuovamente chiusa per subire gli interventi di ristrutturazione finali che mancano al completamento dell'opera.
Nella settimana dal 10 al 17 giugno saranno eseguiti i lavori di fresatura della ruggine e la definitiva sistemazione della pavimentazione con la posa di uno strato di gomma antiscivolo. Solo dopo questi interventi il progettista sarà in grado di emettere il certificato di collaudo generale.
Cristina Salvato

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25 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Arteria ormai inadeguata»
Il sindaco Baldin accusa Provincia e Veneto strade

Viabilità in tilt ieri pomeriggio sulla nuova statale 307. E' a due sole corsie e questo particolare, se associato alla dinamica del sinistro che le ha impegnate entrambe, ha obbligato gli agenti a chiudere il tratto di strada. «Una strada del tutto inadeguata. - tuona il sindaco Adriano Baldin - Pensata e progettata negli anni '70, è stata costruita vent'anni dopo e inaugurata nel '97 dopo 5 anni da lavoro, e ora ha assunto un'importanza che inizialmente non è stata calcolata. La nuova 307 si è rivelata l'unica strada di penetrazione da nord a sud, una strada che raccoglie tutto il traffico che dall'Alta deve raggiungere la Bassa. Bisogna pensare che quando si entra a Borgoricco si passa per Albignasego e si può uscire ad Abano. Non esistono in provincia altre arterie di quest'importanza. I camion che debbono raggiungere Vigodarzere, ad esempio, con il ponte di Limena intercluso la debbono percorrere obbligatoriamente se non vogliono fare il giro per Villa del Conte e Arsego. Cosa che nessuno fa, prendono invece tutti la nuova statale uscendo a Campodarsego e proseguendo per il Terraglione. Questa ormai è diventata una grande camionabile, ma inadeguata come larghezza: dovrebbe essere di 4 corsie e non di 2. - continua Baldin - Bisogna chiamare la Provincia e Veneto Strada alle loro responsabilità perché oggi è di fondamentale importanza raddoppiarla e mettere in sicurezza le immissioni, troppo corte e con poca visibilità. Inutile pensare a tutti gli anelli orbitali per farli poi confluire in una strada così. Ieri c'erano delle code chilometriche, che non ho mai visto. Dov'è avvenuto il sinistro c'è una semicurva pericolosa, dove ci sono stati altri incidenti mortali».
Giusy Andreoli

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25 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Scontro, quasi decapitato in auto
Statale del Santo paralizzata per due ore, traffico dirottato su Bragni
La vittima è un trentenne trevigiano, ferita una coppia di Cadoneghe

In un terribile scontro frontale sulla nuova statale 307 del Santo, ieri pomeriggio, ha perso la vita il trentenne Davide Zoccoletto di Morgano (Treviso). Per motivi che sono al vaglio della Polstrada, la Y10 di Zoccoletto, che viaggiava in direzione Campodarsego-Camposampiero, ha invaso la corsia opposta centrando la Hyundai Atos dove viaggiavano due coniugi di Cadoneghe.
Sono Giuseppe Curti, 55 anni, e la moglie Ivana Zago, 51 anni, residenti in via Marco Polo 22, entrambi feriti, ma non gravemente.
Il traffico lungo la statale è rimasto interrotto per oltre due ore. Le vetture provenienti da Padova e dirette verso l'Alta Padovana sono state fatte uscire a Cadoneghe, quelle provenienti da Nord sono invece state dirottate su Bragni.
Pare che il giovane trevigiano si sia sentito male e proprio per questo motivo abbia perso il controllo dell'auto. Alcuni testimoni hanno dichiarato di aver avuto l'impressione che la Y10 avanzasse come se alla guida non ci fosse nessuno, nel senso che Zoccoletto era probabilmente riverso sul volante o addirittura scivolato sotto lo stesso. La cosa è verosimile, infatti la vittima è rimasta incastrata sotto il posto di guida, da dov'è stata estratta con il collo praticamente disarticolato. Ma sarà l'autopsia ordinata dal Magistrato a dare risposta ai tanti interrogativi. Né Curti né la moglie hanno potuto dichiarare nulla al proposito. I coniugi padovani sono stati trasportati in ambulanza all'ospedale cittadino e in serata versavano ancora in stato confusionale. Curti ha riportato fratture a gambe e braccia, la signora Zago ha contusioni varie. La salma di Zoccoletto è stata trasportata all'Istituto di Medicina Legale.
La Polstrada a fatica ha rintracciato uno zio del giovane per avvisarlo della tragedia.
L'incidente è accaduto poco dopo le 4 del pomeriggio nel tratto che si snoda tra lo svincolo di Cadoneghe-Vigonza e quello di Cadoneghe-Bragni, all'altezza di due distributori Fina e Q8, posti uno di fronte all'altro. L'impatto è stato tremendo, le due vetture semidistrutte danno il metro della violenza con cui si sono toccate. In seguito all'urto la Atos è finita con le ruote posteriori sul guard rail, la Y10 dopo un testacoda è tornata sulla propria corsia di marcia col muso verso il guard rail. Sul posto sono accorsi i Vigili del Fuoco, la Polstrada, i carabinieri e la polizia municipale di Cadoneghe.
Giusy Andreoli

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23 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Presa di mira la sede Cgil e la bandiera

La sede della Cgil di Cadoneghe è stata presa di mira durante le festività pasquali da sconosciuti che hanno asportato la bandiera della pace esposta sul balcone e prodotto dei fori sulle tapparelle delle finestre, presumibilmente con un'arma ad aria compressa o a pallini. Lo denuncia la Camera del lavoro di Padova. «Il gesto di ignoti - afferma un comunicato - rientra nella strategia e pratica fascista di chi al confronto delle idee sostituisce l'atto di violenza e la sopraffazione. La Cgil condanna simili gesti e chiede di isolare i provocatori e i violenti dalla società. Continueremo con rinnovato impegno ad adoperarci per pace e diritti».
Cristina Salvato

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20 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Dieci gli scommettitori premiati dal Superenalotto
La dea bendata bacia ancora Cadoneghe: 121 mila euro vinti alla tabaccheria Pinton

La dea bendata bacia ancora Cadoneghe. Quindici giorni dopo i 99 mila euro vinti al Lucky Point, ora tocca alla tabaccheria di via Garibaldi di Maurizio Pinton, noto in paese come "Icio". Quasi 121 mila euro quelli conquistati al Superenalotto nel concorso di mercoledì, per la gioia di dieci fortunati che hanno giocato insieme un sistema che ha fruttato due 5, undici 4 e sessanta 3. «E' proprio una bella sorpresa di Pasqua» commenta soddisfatto il titolare. E a ragione, dal momento che uno dei vincitori è proprio lui. «Giochiamo questo sistema da appena un mese» continua Icio «una combinazione ideata da me. Gli altri vincitori sono persone note, abituali frequentatori del locale che hanno ben riposto la loro fiducia nella mia intuizione». La ricevitoria Pinton non comunque è nuova a vincite consistenti, due anni fa ne era stata realizzata una da 83 milioni di lire, sempre col Superenalotto
Cristina Salvato

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19 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

A fuoco il vecchio stabilimento della Grosoli
Incendio spento in pochi minuti: danni limitati nell'ex macellazione di Cadoneghe

L'altra sera è andato a fuoco il vecchio stabilimento per la macellazione della Grosoli, in via Marconi 80 a Cadoneghe. Il rapido intervento dei pompieri ha impedito che le fiamme prendessero consistenza.
In effetti sono riusciti a spegnere l'incendio nel giro di pochi minuti. Anche perché c'era poco da bruciare. Sono stati comunque «divorati» dalle fiamme coperte e materassi usati da alcuni extracomunitari irregolari che da tempo sono soliti trascorrervi le notti.
I vigili del fuoco sono entrati in azione verso le 21, cercando di circoscrivere l'incendio e verificando soprattutto se all'interno si trovassero ancora delle persone. Alle 22, le fiamme risultavano completamente spente ed il funo domato. E' poi seguito un breve lavoro di smassamento e di verifica statica dello stabilimento, le cui strutture portanti hanno comunque retto abbastanza bene alle sollecitazioni del fuoco, sia pure di modesta entità.
Dai primi accertamenti, si ritiene che il focolaio dell'incendio sia stato causato da una pentola lasciata inavvertitamente bruciare su un fornello usato in quel momento dagli «occupanti» per preparare la cena. Qualche favilla potrebbe essere caduta su uno dei materassi producendo una fiammata che i presenti hanno probabilmente provato a spegnere ricorrendo ai tradizionali secchi d'acqua. Niente da fare. A quel punto qualcuno di loro ha avvertito i pompieri per poi darsela a gambe prima del loro arrivo.
Sul luogo dell'incendio sono successivamente intervenuti anche i carabinieri, pronti a raccogliere qualche utile testimoianza. Non dovrebbe comunque trattarsi di un evento doloso, bensì accidentale. I danni, per il momento, non sono stati quantificati. Per accertarli appieno, infatti, verrà effettuato un apposito sopralluogo.

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18 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Atti teppistici contro la sede di Forza Italia

Una protesta silenziosa ma incisiva quella del comitato di via Bordin. I rappresentanti del quartiere, una ventina con i bambini in prima fila, si sono presentati in consiglio comunale armati di cartelli di protesta. Il comitato sta raccogliendo le firme per una nuova petizione da presentare al sindaco. A gennaio ne aveva raccolte 150, manifestando l'opposizione alla cementificazione dell'area verde che sorge lungo la strada e ospita il parco agrario del Centro di formazione per disabili «Francesco d'Assisi».
L'area interessata dalla variante si estende lungo via Bordin e al suo interno trovano collocazione gli orti biologici coltivati dai ragazzi della scuola gestita dall'Anffas. Il vecchio edificio è stato oggetto da parte dell'istituto di uno studio di ristrutturazione per la creazione di laboratori didattici. Una possibile destinazione che richiede però la riqualificazione complessiva dell'area.
Durante la seduta l'amministrazione ha fornito una prima risposta ai residenti e agli studenti: dall'alienazione futura di edifici pubblici dismessi e dalla parziale edificabilità di alcuni terreni saranno ricavati fondi da destinare a progetti di pubblico interesse. Secondo l'assessore ai Lavori pubblici Mauro Sarti l'intervento su via Bordin riqualificherà il quartiere. Dei 7500 mq coperti dall'area, 2500 saranno resi edificabili, gli altri resteranno adibiti a verde pubblico: «Senza dimenticare» puntualizza il sindaco Adriano Baldin «il parco del Brenta che sorgerà lì accanto». Nello stesso tempo sarà messa in sicurezza la via, con marciapiedi per i pedoni e con interventi atti a dissuadere l'uso improprio della strada da parte degli automobilisti che la percorrono per "saltare" la coda a Castagnara. L'amministrazione comunale di Cadoneghe, inoltre, assicura che prima di alienare lo stabile che ospita il Centro, questo dovrà aver ottenuto una sistemazione definitiva altrove e che una decisione definitiva in tal senso non è ancora stata assunta.
Cristina Salvato

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18 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Il comitato chiede garanzie al sindaco circa la salvaguardia del parco agrario
«Vogliamo verde, non colate di cemento»
Adulti e bambini di via Bordin in consiglio

Una protesta silenziosa ma incisiva quella del comitato di via Bordin. I rappresentanti del quartiere, una ventina con i bambini in prima fila, si sono presentati in consiglio comunale armati di cartelli di protesta. Il comitato sta raccogliendo le firme per una nuova petizione da presentare al sindaco. A gennaio ne aveva raccolte 150, manifestando l'opposizione alla cementificazione dell'area verde che sorge lungo la strada e ospita il parco agrario del Centro di formazione per disabili «Francesco d'Assisi».
L'area interessata dalla variante si estende lungo via Bordin e al suo interno trovano collocazione gli orti biologici coltivati dai ragazzi della scuola gestita dall'Anffas. Il vecchio edificio è stato oggetto da parte dell'istituto di uno studio di ristrutturazione per la creazione di laboratori didattici. Una possibile destinazione che richiede però la riqualificazione complessiva dell'area.
Durante la seduta l'amministrazione ha fornito una prima risposta ai residenti e agli studenti: dall'alienazione futura di edifici pubblici dismessi e dalla parziale edificabilità di alcuni terreni saranno ricavati fondi da destinare a progetti di pubblico interesse. Secondo l'assessore ai Lavori pubblici Mauro Sarti l'intervento su via Bordin riqualificherà il quartiere. Dei 7500 mq coperti dall'area, 2500 saranno resi edificabili, gli altri resteranno adibiti a verde pubblico: «Senza dimenticare» puntualizza il sindaco Adriano Baldin «il parco del Brenta che sorgerà lì accanto». Nello stesso tempo sarà messa in sicurezza la via, con marciapiedi per i pedoni e con interventi atti a dissuadere l'uso improprio della strada da parte degli automobilisti che la percorrono per "saltare" la coda a Castagnara. L'amministrazione comunale di Cadoneghe, inoltre, assicura che prima di alienare lo stabile che ospita il Centro, questo dovrà aver ottenuto una sistemazione definitiva altrove e che una decisione definitiva in tal senso non è ancora stata assunta.
Cristina Salvato

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18 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

La controversa concessione di una licenza a un tabaccaio ha scatenato i giornalai
Gli edicolanti scioperano
Due giorni di "serrata" contro l'amministrazione. Rifondazione accusa «E' un atto illegittimo e il beneficiario è imparentato con due assessori»

Gli edicolanti di Cadoneghe scioperano. Due giorni di serrata per contestare una licenza rilasciata, a loro dire, illegalmente. La vicenda è approdata in consiglio comunale: l'ha sollevata Walter Poggi di Rifondazione ma la replica del sindaco non ha soddisfatto i rappresentati dei giornalai, che hanno deciso l'azione clamorosa. La vicenda, secondo la ricostruzione di Poggi e Oscar Nalesso (segretario veneto del sindacato giornalai della Cgil) presenta risvolti poco chiari. Nel giugno scorso l'ufficio Commercio ha rilasciato una licenza di vendita non esclusiva di quotidiani e riviste a un tabaccaio locale.
Ma quest'ultimo avrebbe iniziato a vendere i giornali solo un paio di mesi fa e questo è il primo aspetto che indispettisce gli altri edicolanti: stando alle date, i «concorrenti» avrebbero avuto poco tempo per presentare esposti e ricorsi contro questa decisione ritenuta «ingiusta e dannosa». Così, anziché attendere che l'amministrazione comunale si pronunciasse in merito, gli interessati hanno già inoltrato un esposto al Tar.
Il secondo punto di disaccordo riguarderebbe l'iter burocratico da seguire per ottenere la licenza a norma di legge. Il permesso si può ottenere automaticamente dopo aver effettuato la sperimentazione di vendita, oppure deve essere rilasciato dal Comune dopo che questo abbia stilato il Piano di localizzazione dei punti vendita entro un anno dall'entrata in vigore del decreto legislativo 170/01. Ma né l'uno né l'altro dei procedimenti pare sia stato eseguito: gli uffici comunali rispondono di aver applicato la legge. «Di fatto, però, questa legge è stata annullata da successive circolari regionali» afferma Oscar Nalesso. E proprio per verificare questa ipotesi l'ufficio Commercio sta acquisendo l'intera documentazione per accertare l'esattezza dell'interpretazione data alla normativa ministeriale. «Intanto» lamentano «questa situazione ci danneggia economicamente. Nel Comune le licenze per riviste e quotidiani sono già troppe, per l'esattezza 7. Il Piano del '91 ne prevede altre due, una a Cadoneghe storica e l'altra a Bragni. Se così avvenisse sarebbe la rovina per tutti. La legge calcola un'edicola ogni 2500 abitanti: se consideriamo che a Cadoneghe vivono 15 mila persone, siamo veramente al limite. L'assessore al Commercio ci aveva assicurato che il Comune avrebbe applicato la procedura di autotutela, riconoscendo l'illegittimità dell'atto e sospendendo nel frattempo la licenza».
Invece, durante il consiglio di mercoledì sera, Boldrin ha fatto una brusca retromarcia, rinviando il provvedimento all'esito della verifica.
Non è tutto. Il consigliere Poggi definisce la concessione della licenza un «atto di nepotismo»: il beneficiario, infatti, risulta imparentato con due membri della giunta, in quanto nipote e cugino rispettivamente degli assessori al Bilancio e al Commercio.
Cristina Salvato

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16 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Un unico simbolo
Patto elettorale Lega-Forza Italia

Le elezioni comunali del prossimo anno vedranno in lizza a Cadoneghe un nuovo sodalizio, nato dall'accordo programmatico tra Forza Italia e Lega Nord. Un "nocciolo duro" che conta sulla successiva adesione da parte degli altri partiti della Casa delle Libertà. L'alleanza si propone come alternativa ai partiti di centrosinistra che amministrano Cadoneghe da oltre vent'anni. Lega e forzisti si presenteranno con un unico simbolo e un programma comune le cui linee generali sono già state definite. Mancano ancora i progetti di contorno e le modifiche che via via saranno inserite accogliendo i suggerimenti di iscritti e cittadini. E' intenzione dei due partiti, infatti, organizzare nei prossimi mesi alcuni incontri pubblici per illustrare ai cittadini il loro programma e raccoglierne le esigenze.
Secondo il segretario leghista, Antonio Daniele, sarà un programma innovativo, mentre Stefano Venturato, neoeletto coordinatore di Forza Italia, annuncia la candidatura di molti giovani: «Volti ed energie nuove pronti a governare in un modo nuovo» assicura. La devolution modificherà il rapporto degli enti locali con la Regione e le procedure amministrative e la coalizione di centrodestra fa sapere di essere già pronta a raccogliere la sfida.
Cristina Salvato

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13 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

La sinistra di Cadoneghe è in lutto
Si è spento Dino Giacomini, militante del Pci e sindacalista alla Breda
A lungo consigliere comunale, si occupava dell'assistenza ai pensionati
Personaggio estroverso e popolare aveva 76 anni, domani i funerali nella «sua» Casa del Lavoratore

Cadoneghe ha perso un protagonista della sua storia recente. L'altra sera, all'età di settantasei anni, si è spento Dino Giacomini, una "bandiera" della sinistra politica e sindacale del paese, protagonista di tutte le fasi di impegno civile e sociale che hanno caratterizzato Cadoneghe dall'immediato dopoguerra fino ai giorni nostri. Operaio, sindacalista, militante del Pci e poi consigliere comunale: una vita, la sua, nel segno dell'impegno. Giovane metalmeccanico alla Breda negli anni Cinquanta, Giacomini diventa subito un punto di riferimento per i lavoratori, distinguendosi nelle lotte sindacali che coinvolsero la fabbrica e via via consentirono di migliorare le condizioni di lavoro di migliaia di operai padovani.
Inizia in questi anni anche la sua militanza nel partito comunista, che lo porterà sui banchi del consiglio comunale nel dopoguerra e, di nuovo, alla fine degli anni Ottanta. Una impegno sociale che ha trasmesso alla sua famiglia: anche il figlio Mauro ha ricoperto l'incarico di consigliere comunale a Cadoneghe.
Una persona carismatica, Dino Giacomini, un vero trascinatore, organizzatore di assemblee affollatissime e di cene sociali gremite di partecipanti. Concluso il lavoro in fabbrica, si dedicò al sindacato dei pensionati cercando, in modo particolare, di assicurare la pensione a chi non riusciva a ottenerla pur avendo le carte in regola e aiutando gli anziani a districarsi nel ginepraio della burocrazia, senza distinzione di credo politico o religioso. Grazie al suo aiuto molta gente ha ottenuto ciò che le spettava di diritto.
E' ancora vivo il ricordo delle lunghe file di persone che si recavano nel suo piccolo ufficio, al pian terreno della Casa del Lavoratore: arrivavano da Cadoneghe ma anche dai Comuni limitrofi e persino da Padova. Ammalato da tempo, fino all'ultimo si è occupato dei cittadini più deboli, per i quali era diventato una vera e propria istituzione. E a piangerlo ora - oltre alla moglie Mirella e ai figli Mauro, Denis e Ornella - c'è un intero paese.
Letterio Turiaco, segretario della sezione Ds, lo ricorda come «Un compagno instancabile nell'impegno. Conosceva tutti a Cadoneghe e chi si rivolgeva a lui otteneva una risposta certa e rapida al suo problema. Non tergiversava, ma smuoveva le montagne pur di aiutare chi si indirizzava a lui per ogni tipo di questione, dall'assegnazione della pensione alla sistemazione del fosso nel proprio podere. Un esempio da apprezzare e da cui imparare. Una parte della memoria del partito se ne va con lui». I ricordi del sindaco Adriano Baldin sono invece piuttosto recenti: «Non ho conosciuto Dino Giacomini negli anni della sua militanza nel Pci nel sindacato della Breda. L'ho incontrato in questi ultimi anni, per motivi legati all'associazione Mutilati e Invalidi di cui faceva parte. Mi esponeva i problemi della gente, di chi soffriva per le patologie legate a motivi di lavoro. Lo ricordo emozionato durante una cerimonia alle Ex Officine Breda, lo scorso anno: aveva rivisto i vecchi compagni di tanti anni di lotte e di lavoro». Per volontà dello stesso Dino Giacomini, il funerale sarà celebrato in forma laica domani, lunedì, alle 15.30 nella Casa del Lavoratore.

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12 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Lavori pubblici a Cadoneghe
Un futuro di bambini reclama più scuole materne

Quest'estate le scuole si rifaranno il trucco. Che costerà la bellezza di due miliardi delle vecchie lire. Tanto, infatti, sarà speso per l'ampliamento della scuola materna e la creazione di una mensa, oltre all'ingrandimento e alla ristrutturazione dell'asilo nido. Si provvederà anche alla sostituzione degli infissi esterni delle elementari Zanon e della scuola media di Mejaniga. Uno studio commissionato dall'amministrazione comunale e da poco consegnato mette in luce il fabbisogno futuro di spazi scolastici.
Dalle analisi e proiezioni eseguite emerge che le necessità di nuovi posti riguarderanno soprattutto la scuola materna, che oggi conta nove sezioni. Queste dovranno aumentare a tredici nel breve periodo di due/quattro anni, per ospitare un centinaio di alunni, ed aumentare ulteriormente entro i prossimi quattro anni fino ad assestarsi a quindici sezioni, per ospitare ulteriori cinquanta alunni. Questo per soddisfare le esigenze delle famiglie costrette a rivolgersi attualmente a scuole materne private e in prospettiva di nuovi residenti. Una soluzione è la nuova scuola materna che sorgerà a Mejaniga, unica frazione a mancare di una materna pubblica, nell'area attualmente occupata dal campo sportivo Zanon. Si accorperà alle elementari e medie già presenti, costituendo un unico grande polo scolastico. Intanto, in attesa che a fine anno comincino i lavori di edificazione di questa nuova materna, durante l'estate inizierà la ristrutturazione e la sistemazione delle scuole già presenti nel territorio. I lavori inizieranno al termine delle lezioni, ma il poco tempo a disposizione in luglio e agosto costringerà a qualche sacrificio. Il caposettore dei Servizi Sociali, dottor Dante Girotto, rende noto l'intenso programma dei lavori. Dal primo giugno a fine settembre l'attuale asilo nido Aldo Moro verrà spostato nei locali della ludoteca. Questo per permettere la ristrutturazione dello stabile per la quale il Comune spenderà complessivamente 300mila euro. La ludoteca a sua volta sarà provvisoriamente alloggiata all'interno di villa Ghedini anche per le attività del Nido Blu, dove le ampie sale al pianterreno e il terrazzo esterno permetteranno ai bambini di continuare a svolgere le loro attività di gioco. Quando a settembre i bimbi torneranno al nido troveranno lo stabile ristrutturato, ma nel frattempo inizieranno i lavori di ampliamento dello stesso, che non interferiranno con il regolare svolgimento delle attività didattiche essendo interventi esterni alla struttura. Nei locali della ludoteca, allora, troveranno posto le quattro sezioni della scuola materna Primo Maggio, che sarà profondamente ristrutturata a partire dalla pausa estiva. Importo previsto per l'opera circa 975mila euro. La struttura subirà un radicale restauro. Verranno cambiati gli infissi e i pavimenti, saranno tinteggiate sia le pareti esterne che interne e rifatti i servizi igienici, il riscaldamento passerà da gasolio a metano. Verranno risistemati l'impianto elettrico e idrico, la struttura sarà resa più funzionale funzionalemodificando i locali interni e ricavando le aule in maniera più adeguata ai servizi e alle attività, e portando la capienza dagli attuali 36 posti fino a 58. Tra la materna e la adiacente scuola elementare Boschetti Alberti sarà edificato uno stabile di collegamento che ospiterà la nuova mensa, fruibile da entrambi i plessi scolastici. Soluzioni all'avanguardia saranno utilizzate per la sua realizzazione, come il tetto in legno lamellare e il riscaldamento sotto il pavimento. L'attuale stanza che ospita la mensa sarà trasformata in aula. Archivi saranno ricavati nei sotterranei. Alcuni lavori verranno realizzati anche all'interno della scuola elementare e termineranno presumibilmente in tempo utile per il rientro a settembre. L'intervento alla materna, invece, essendo più incisivo e vasto costringerà a protrarre i lavori fino a Natale. Un programma di lavori che si regge su un fragile equilibrio di date e tempi. Questa soluzione è parsa la più economica anche se macchinosa. Le parrocchie dei dintorni, anche in altri comuni, non erano attrezzate per ospitare ulteriori quattro sezioni di scuola materna. Noleggiare un prefabbricato sarebbe risultato troppo costoso.

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11 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Annunciati rinforzi di polizia
Incontro del Comitato Brenta (Cadoneghe, Torre, Mortise) con i vertici della questura per chiedere più sicurezza

Il Comitato "Brenta" approda in questura. Una delegazione, in rappresentanza del comitato che riunisce abitanti di Torre, Mortise e Cadoneghe ha potuto esporre al questore Rodolfo Poli e a Carmine Damiano, capo di gabinetto della questura, le esigenze di maggior sicurezza per una zona bersagliata da atti di criminalità ai danni di abitazioni ed esercizi commerciali.
Presenti all'incontro anche il capo delle Volanti Andrea Straffelini e Cinzia Serrano, responsabile del commissariato di Polizia della Stanga. L'appuntamento era stato a suo tempo promesso da Flavio Zanonato, intervenuto ad una delle assemblee pubbliche organizzate dallo stesso comitato. L'ex sindaco di Padova e attuale consigliere comunale in quell'occasione si era reso disponibile a farsi portavoce delle richieste di cittadini e commercianti, organizzando l'incontro tra il comitato e il questore di Padova. Durante la riunione, i dirigenti della polizia hanno dichiarato di «avere già avvertito l'esigenza di una maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio e hanno garantito il loro impegno concreto per migliorare la situazione, con l'impiego di maggiori risorse, sia in termini di mezzi che di persone, per attuare un costante monitoraggio delle zone interessate». Anche il Commissario Serrano ha messo a disposizione la sua competenza e la sua professionalità «per raggiungere al più presto dei risultati positivi e per far sentire la vicinanza delle istituzioni ai cittadini».
I risultati della riunione saranno presto resi noti durante un'assemblea pubblica organizzata dal Comitato Brenta, per informare i cittadini degli impegni presi dalla dirigenza della questura. Alla serata è stata invitata il commissario Serrano per illustrare nel dettaglio le iniziative attuate. Una bella soddisfazione per il Comitato sorto per cercare di trovare una via d'uscita al dilagare di fenomeni malavitosi che imperversano nei quartieri a ridosso del Brenta. Attraverso petizioni, petizioni,lettere e riunioni pubbliche i membri del comitato avevano ripetutamente chiesto l'istituzione del vigile di quartiere e l'incremento del pattugliamento da parte delle forze dell'ordine soprattutto durante le ore notturne. Nel mese di marzo dalle istituzioni era giunta una prima risposta, con l'assegnazione temporanea nella zona di alcuni agenti giunti in rinforzo da altre regioni.
Cristina Salvato

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10 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Autofficina Sarti depredata dai ladri, 70 mila euro

Furto di notte nell'autofficina Sarti in via Ca' Ponte a Cadoneghe. I ladri hanno portato via di tutto, dal fuoristrada alla videocamera, passando per la carta di credito. E infatti l'ammontare del bottino è decisamente considerevole: certo superiore ai 70 mila euro.
E' successo l'altra notte. Solo la mattina successiva il titolare, che si chiama Alessandro Sarti, ha 30 anni ed abita a Padova, si è accorto della razzia e ha denunciato ai carabinieri quanto era successo. Ovvero che i ladri (in azione almeno tre persone) erano entrati nella ditta forzando una finestra. Una volta dentro, avevano aperto il cancello ed erano usciti con due vetture che si trovavano parcheggiate nell'autofficina: un autocarro Renult Master e un fuoristrada Nissan. Ma non bastava.
I ladri infatti hanno anche passato al setaccio gli uffici e hanno raccattato quanto c'era di valore: personal computer, stampanti, cordless, un libretto di assegni, una carta di credito e contanti per seimila euro. Ancora, si sono portati via una videocamera e una macchina fotografica.
Insomma, un furto molto ben organizzato e probabilmente preparato nei minimi dettagli da qualcuno che aveva avuto modo di fare un sopralluogo nell'azienda, chissà magari come un normale cliente. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri.

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8 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

In accordo tra Cadoneghe, Padova e Provincia
Il rondò alla Castagnara diventerà definitivo

La decisione di trasformare il rondò della Castagnara da un provvedimento sperimentale ad un'opera definitiva è stata finalmente presa di comune accordo tra Cadoneghe, Padova, Provincia e Veneto Strade. Fatta la riunione tra gli enti, tutti hanno concordato nell'efficacia della soluzione. Con il benestare di tutti, quindi, si procederà con i progetti per renderla definitiva. La Provincia si è già resa disponibile a farsi carico di parte della sistemazione del grande nodo viario, partecipando con un investimento di oltre 103 mila euro al progetto definitivo dei lavori, quantificato in oltre 356mila euro. Questo per permettere a Cadoneghe di realizzare l'opera nel più breve tempo possibile. La convenzione stipulata tra Cadoneghe e Provincia prevede che il finanziamento possa aumentare in base alle esigenze del progetto viario. Secondo il sindaco Adriano Baldin i miglioramenti apportati a dicembre hanno perfezionato lo scorrimento del traffico, eliminando la coda di veicoli in uscita da Padova, un disagio che non si era mai verificato prima dell'introduzione del rondò. I due correttivi introdotti prevedevano la costituzione di due corsie di canalizzazione in ingresso a Cadoneghe provenendo da Padova, una verso Campodarsego e l'altra verso Mejaniga. Oltre al divieto di inserimento in rotatoria del traffico in uscita da via Bordin. Il verificarsi saltuario di lunghe code che persiste tuttora, secondo Baldin, non dipende dal rondò di Castagnara, bensì dal traffico che si concentra a Pontevigodarzere all'altezza della Saimp, causato dalla presenza di numerosi passaggi pedonali e di intersezioni di strade laterali. Alla precedente riunione di dicembre era stato affidato ad ogni ente il compito di monitorare la situazione del traffico. Non avendo più ricevuto lamentele e segnalazioni da parte dei cittadini si deduce che i correttivi applicati abbiano funzionato. Anche secondo i vigili la situazione è migliorata e la coda, anche se permane, è comunque in movimento. Secondo il comandante dei vigili Francesco Ceresi però non si può affermare che un rondò risolva da solo il problema del traffico. E' un modo per regolare un incrocio mettendolo maggiormente in sicurezza, costringendo gli utenti che vi si immettono a farlo a velocità ridotte. Ed infatti questo ha permesso di evitare gli incidenti causati dall'attraversamento dell'incrocio a velocità sostenute.
Cristina Salvato

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8 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Nuova piazza e verde
Un look più vivibile per la Castagnara

La Castagnara presto cambierà volto. Iniziata in questi giorni l'ultima parte della lottizzazione che vedrà realizzato al termine un grande complesso ad anfiteatro.
Il nuovo stabile abbraccerà il Parco della Repubblica, a fianco della palestra Olof Palme. Sarà realizzata anche una nuova piazza, piazza Europa, che si affaccerà tra la palestra e gli esercizi commerciali del nuovo grande edificio. Si sta pensando anche alla ristrutturazione del piazzale antistante la chiesa di San Bonaventura. Quello che attualmente è adibito a parcheggio e che risulta sconnesso dalle numerose piante presenti assurgerà, reperiti i fondi necessari, a dignità di piazza. L'intervento sul complesso religioso, realizzato alla fine degli anni '60, prevede una nuova pavimentazione del sagrato che verrà ingrandito, l'asfaltatura e il riordino del parcheggio, la realizzazione di una "passeggiata" di fronte ai negozi presenti per consentire anche la collocazione di panchine e tavolini, e la continuazione della pista ciclabile fino alla chiesa.
Ma gli interventi che interessano questa vasta e variegata porzione di territorio non si limitano a questo. Il progetto di riqualificazione della Castagnara comprende, infatti, anche una variante divisa in due parti: una riguarda l'area dell'incrocio e l'altra il quartiere che dal parco della Castagnara si estende fino a via La Malfa. Non è compresa l'area della ex Grosoli. Una risposta ai problemi di viabilità generale e di vivibilità del quartiere, caratterizzato da mancanza di verde e vie strette che facilmente si allagano.
I problemi della Castagnara, infatti, sono di due tipi, viario ed edilizio. La viabilità sarà sistemata con il progetto dello studio Laut che comprende anche il rondò. Ma che vede anche l'allargamento del ponte sul Muson con la creazione al suo fianco di una passerella pedonabile e ciclabile. Tra il filare d'alberi e l'argine del Muson sarà realizzata una nuova corsia di marcia, accanto alla quale troveranno posto dei nuovi parcheggi. Oltre a quelli che verranno verranno realizzati di fronte ai negozi dall'altro lato della strada. Interventi per un miliardo che hanno già trovato un finanziamento.
Il secondo problema che affligge Castagnara, quello edilizio, riguarda i negozi e le abitazioni situati attorno alla torre Gregotti. La cortina che si estende fino al bar da Momi non ha avuto trasformazioni significative nel tempo. Resta un fronte edilizio datato e poco appetibile rispetto a quello che il Prg prevede in quella zona. L'affaccio commerciale presenta un dislivello di circa 2 metri rispetto al retro che guarda su via Manin. Questo crea alle attività commerciali l'impossibilità di espandersi verso la parte retrostante.
L'amministrazione sta prendendo contatti con tutti gli esercenti per conoscere le diverse esigenze di ognuno e fornire di conseguenza risposte utili e concrete. Alcune bozze di progetto sono già state presentate ai cittadini e ai commercianti della zona. Via Manin verrebbe trasformata in una piazza a tratti coperta e con dei nuovi parcheggi che andranno ad assommarsi a quelli che saranno costruiti nello spiazzo dopo il bar da Momi, di fronte alla Breda. Verrà creato un doppio affaccio per i negozi che ora hanno le vetrine solo dal lato dell'incrocio. Tutto intorno agli esercizi commerciali sarà creata una passeggiata coperta. Dove sarà possibile verranno spostati degli edifici per dare maggiore visibilità e vivibilità agli altri, sempre prestando attenzione alla situazione esistente. Questi gli interventi compresi nel primo stralcio.
La seconda parte della variante prevede invece la riqualificazione del parco della Castagnara, la sistemazione delle ex officine Busatto che ospiteranno delle nuove abitazioni, ma anche parcheggi fruibili dall'istituto Sacro Cuore che attualmente ne è totalmente sprovvisto, e la sistemazione dell'area verde in via La Malfa, spostando le ditte artigianali esistenti nella nuova zona industriale. Al loro posto si collocherebbero dei parcheggi e una zona verde attrezzata.
Cristina Salvato

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2 aprile 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Una via dedicata a «Pino»

Il partigiano Clemente Lampioni detto "Pino" riceve finalmente un riconoscimento. Il Comune, infatti, ha recentemente deciso di intitolargli una via, nel nuovo quartiere sorto di fronte al parco giochi di via Sauro. Viene ricordato come uomo della resistenza e martire della libertà.
Un impegno che l'Amministrazione si era assunta due anni fa: durante una seduta di consiglio comunale, aveva accolto la proposta di intitolazione di una strada o di una piazza che era stata avanzata dal comitato sorto per conferire a Lampioni la medaglia d'oro al valore militare. Medaglia che non verrà mai assegnata: i termini di presentazione della domanda sono ormai scaduti e la richiesta che i suoi compagni di brigata sopravvissuti inoltrarono al termine della guerra scomparve misteriosamente.
Clemente Lampioni era commissario politico della brigata garibaldina «Stella». Insieme a Raimondo e Romeo Zanella di Cadoneghe operava sui monti di Recoaro nei pressi di Malga Campetto. Accusato ingiustamente dell'omicidio del tenente colonnello Fronteddu, venne impiccato a Padova in via santa Lucia il 17 agosto 1944 con Ettore Calderoni e Flavio Busonera, mentre altri sette partigiani furono fucilati nella caserma di Chiesanuova ora intitolata ad uno di loro, Luigi Pierobon.
Cristina Salvato

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